Napoli, turisti in fuga dai rifiuti Un anno di spot per farli tornare

Gli esperti di comunicazione: «Reputazione rovinata, serve una campagna promozionale lunga e mondiale»

Un anno di lavoro e cento milioni di euro. Questo è il «gruzzoletto» che Prodi, Bassolino e Iervolino dovrebbero sborsare per rilanciare l’immagine di Napoli e della Campania. Parola di Federico Steiner, direttore generale della Barabino&Partners, uno dei più quotati advisor di comunicazione d’Europa: «Questi soldi ci voglio tutti, ma attenzione - avverte l’esperto- sarebbero buttati via se prima non si investe in una campagna di educazione dei napoletani». Steiner passa agli esempi. «Una pubblicità sul New York Times con l’invito a ritornare a Napoli ripulita non avrebbe alcun senso se poi il turista si ritrova la lavatrice rotta buttata sul marciapiede o le scatole di cartone che intralciano la circolazione». Insomma, la premessa, indispensabile, è trasmettere il senso civico ai napoletani e infondere efficienza nei loro amministratori. «Ci vorrà comunque una campagna lunga e capillare perché la situazione è già compromessa - precisa Steiner che ironizza: «La prima domanda che mi rivolgono i colleghi stranieri è: “come va la munnezza?”».
Bisogna poi partire con una campagna a tappeto mondiale che coinvolga anche le strutture di comunicazione italiane sparse per il mondo, come i ministeri degli Esteri, le ambasciate, gli uffici dell’ Ici.
E i messaggi da lanciare devono essere concreti. «Non dobbiamo invocare Capri o il Vesuvio, ma comunicare che il problema dei rifiuti è stato risolto alla radice, con strutture definitive. La campagna dev’essere istituzionale con un prima e un dopo». C’è poi un secondo livello di comunicazione, più capillare. «Girare il mondo e rassicurare le categorie che nel nostro paese possono fare affari. E invitarle a vedere i nuovi inceneritori». Serietà nei contenuti conditi con slogan, anche provocatori, che i maggior creativi hanno già nel cassetto. Come quello di Gavino Sanna che si mette in gioco per regalare una campagna pubblicitaria su misura. «Ingolfo di Napoli è lo slogan che mi ronza in testa da giorni» racconta e poi lancia la sua proposta «Io mi offro per mettere in piedi una campagna, gratuita. Ora cerco compagni di viaggio». Dissacratorie e feroci, invece le accuse di Oliviero Toscani, il creativo che parla alla «pancia» della gente. Il mio slogan? «Ogni amministrazione ha la spazzatura che si merita», esordisce senza mezzi termini. Si scaglia contro i politici ma salva la città. «Comunque io preferirei vivere a Napoli piuttosto che a Ginevra, è più interessante anche perché prima o poi la spazzatura verrà smaltita e il turismo intelligente tornerà». Anche Elio Fiorucci ritiene che la munnezza sia una «questione superficiale». Poi spiega: «La gente ha la sensazione che tutto sia recuperabile, è come prendere uno schiaffo ma non si è spaccato la testa. Può darsi che tutta questa storia serva a educare i politici e i napoletani».

Fiorucci però resta scettico sul rimedio adottato dall'amministrazione di Napoli. «Sono stati stanziati 50 milioni per rilanciare l’immagine? Gravissimo, questo creerà nuovamente il malcostume e ci sarà la corsa a spartirsi quei soldi tra i soliti noti».

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