“Siamo attrezzati per affrontare il coronavirus, ci spaventa di più psicosi tra i cittadini”. Lo ha detto questa mattina a Radio Crc il direttore generale dell’ospedale Cotugno di Napoli, Maurizio Di Mauro. Il dirigente sanitario si è soffermato sullo stato dell’arte delle strutture sanitarie, rassicurando i cittadini sulle reali possibilità e rischi del contagio che spaventa la Cina e, di conseguenza il mondo intero.
Di Mauro ha spiegato: “Si è attivato, per quanto riguarda il contesto regolane, un contatto di tutti i presidi ospedalieri. Il Cotugno è l'ospedale più importante del sud italia per quanto riguarda le malattie infettive, quindi siamo pienamente in grado di gestire la situazione anche da soli”. Il direttore generale dell’ospedale napoletano ha quindi paventato quale sarebbe il vero pericolo che si corre in queste ore: “Abbiamo due stanze di isolamento e siamo assolutamente pronti ad affrontare qualsiasi emergenza e trasmettere un messaggio che non possa generare psicosi nei cittadini, che ci spaventa di più. Da qualche giorno potrebbe incrementare l'influenza stagionale, che porterebbe ad ulteriori allarmismi”.
Gli allarmi sanitari che negli anni scorsi hanno preceduto il timore e la paura generata dal coronavirus diffusosi dalla città di Wuhan, in Cina, non sono passati invano. E Di Mauro ha spiegato: “ Rispetto a quello che si è verificato con la Sars, oggi tutte le parti del mondo si sono dotate di sistemi di controllo così importanti che sarebbe davvero difficile la diffusione del virus. La Cina ha messo in isolamento quaranta milioni di persone”. Quindi il direttore generale dell’ospedale Cotugno ha snocciolato importanti informazioni e alcuni consigli utili per rendere dura la vita alla possibilità, seppur remota, del contagio da coronavirus: “I criteri di prevenzioni sono quelli che si adottano per una banale influenza, come il lavaggio delle mani. Siamo un pronto soccorso attivo 24 ore al giorno e ci sono tante persone che chiedono informazioni. La mascherina? E' eccessivo. Bisognerebbe entrare in contatto con una persona contagiata per circa 14 giorni per far si che il virus si diffonda. Parliamo di un virus per cui non esiste un vaccino, per questo c'è la possibilità anche di decesso. Casi di morte, all'infuori del contesto cinese, non ce ne sono".
Sul tema, parlando alla stessa radio, è intervenuto anche il direttore sanitario dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, che ha spiegato: “Europa e Italia hanno già messo in campo procedure che possono verificare l’arrivo del virus. L’Asl ha individuato i dispositivi e trasmesso ai dipendenti delle linee guida per l’accettazione dei pazienti e con il 118 ha messo in campo dei protocolli.
Psicosi? Questi sono momenti delicati per chi ha patologie di base che sommate a semplice influenza possono dare problemi Si sta mettendo in campo tutto ciò che è prevenzione e controllo così da evitare che patologia si introduca nel territorio”. “Ma anche se accadesse – ha spiegato Verdoliva – stiamo lavorando per far fronte al virus”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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