Invitata a pranzo, donna 45enne viene stuprata da due uomini: condannati con rito abbreviato
14 Settembre 2022 - 13:18La vittima aveva conosciuto uno degli imputati, un etiope di 51 anni, in una scuola di ballo del Napoletano
Si era convinta che fosse un amico, poiché, dopo averlo conosciuto in una scuola di ballo, aveva cominciato a frequentarlo, fidandosi ciecamente di lui. Quell’uomo, un etiope di 51 anni, invece, si è trasformato successivamente in un violentatore. Il primo ad abusare di una donna napoletana sarebbe stato un complice dell’immigrato, un italiano di 49 anni residente a Napoli. I due sono stati condannati dal giudice per l’udienza preliminare Antonio Baldassarre che li ha ritenuti colpevoli di stupro di gruppo. Agli imputati sono stati inflitti cinque anni e otto mesi di reclusione, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Il giudice non ha ritenuto sussistente l’aggravante, contestata dal pubblico ministero, dell’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti.
La vittima è una napoletana di 45 anni che sarebbe stata tratta in inganno dall’etiope, il quale, dopo averla conosciuta nella scuola di ballo e approfondito la relazione d’amicizia via social media, un sabato di inizio maggio 2020, a fine lockdown, l’ha invitata a casa per pranzo. La donna si è recata all’appuntamento e, inaspettatamente, si è trovata di fonte anche l’amico dell’etiope. Inizialmente tutto è filato liscio, tra chiacchiere e risate (in questo frangente ci sono state anche telefonate della donna alle amiche per un futuro appuntamento), fino a quando la vittima designata non sarebbe stata indotta ad assumere alcol e droghe.
La denuncia della vittima
Quando i due uomini si sono accorti che ormai aveva perso il controllo l’avrebbero portata in camera da letto e stuprata, a turno, indifferenti alle lacrime e alle suppliche della 45enne. Ancora stordita la vittima è tornata a casa ma la denuncia l’ha presentata solo quattro giorni dopo, in un centro antiviolenza, dove si è recata dopo essersi confidata con le amiche. Le indagini degli investigatori del commissariato Vomero e della squadra mobile, coordinati della sezione “Fasce Deboli” della Procura di Napoli, coordinati dal pubblico ministero Barbara Aprea e dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, hanno consentito di raccogliere importanti indizi.
A mettere nei guai i due imputati, che all’inizio vennero solo denunciati, sono state, in particolare, due stampe appese al muro nel corridoio della casa e uno scarabocchio sul muro che la donna è riuscita a descrivere con dovizia di particolari agli inquirenti.