Cronaca locale

Muore a 19 anni e i familiari lamentano ritardi nei soccorsi: "Ambulanza arrivata dopo un’ora"

L’episodio è accaduto a San Giorgio a Cremano, ma la magistratura ha chiuso la vicenda non procedendo all’esame autoptico

Muore a 19 anni e i familiari lamentano ritardi nei soccorsi: "Ambulanza arrivata dopo un’ora"

È mistero sulla morte di una ragazza di 19 anni di San Giorgio a Cremano, nel Napoletano. La giovane si è sentita male questa mattina, alle ore 11,30 e, secondo i familiari, nonostante il 118 sia stato allertato immediatamente, l’ambulanza è arrivata dopo un’ora, alle 12,30. Anche i vicini di casa hanno confermato i ritardi del mezzo di soccorso. La 19enne ha cominciato a respirare a fatica e i parenti si sono subito resi conto della gravità delle sue condizioni. Sul posto sono giunti poliziotti e carabinieri e la salma è stata sequestrata.

Solo nel pomeriggio il magistrato ha deciso di non procedere con l’autopsia, poiché per le autorità giudiziarie la causa della morte sarebbe stata un infarto. La ragazza, molto conosciuta in città, perché figlia di un noto commerciante, un mese fa era stata sottoposta a un intervento chirurgico di riduzione dello stomaco. Nonostante la magistratura abbia chiuso il caso, resta il malumore da parte dei familiari, che intendono andare fino in fondo in merito al presunto ritardo degli operatori sanitari del 118. Nessuno potrà mai affermare con certezza che se l’ambulanza fosse arrivata prima la 19enne si sarebbe salvata, ma i parenti ci vogliono vedere chiaro.

Esattamente un anno fa, un caso simile è accaduto a Napoli, dove un 49enne è deceduto a causa di una epiglottidite acuta, una patologia infiammatoria che generando un edema delle mucose respiratorie ne può comportare l’ostruzione. Anche allora l’ambulanza arrivò in ritardo. Ai primi sintomi aveva preso un semplice antinfiammatorio e continuato a lavorare nel suo locale, una nota braceria del Vomero.

Quando il mezzo di soccorso è giunto sul posto l’uomo era già cianotico, aveva il collo gonfio e il respiro era sempre più difficoltoso. Invece di portarlo immediatamente al pronto soccorso del vicino ospedale Cardarelli, gli operatori sanitari hanno cominciato a visitarlo, pur essendo sprovvisti delle attrezzature necessarie. Queste titubanze, molto probabilmente, risultarono letali per il 49enne napoletano e a nulla valse, poi, la corsa al Cto, dove l’uomo morì dopo cinque giorni di agonia per i danni celebrali riportati.

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