Napolitano aspetta il governo al varco

Il capo dello Stato ha chiesto provvedimenti che risolvano alla radice i problemi del Paese

nostro inviato a Napoli

No, il governo no. E la Finanziaria nemmeno: «La giudicherò solo quando la vedrò». Giorgio Napolitano vorrebbe parlare soltanto del Sud, della «centralità» dell’industria meridionale, delle strade di Napoli «liberate dai rifiuti». Vorrebbe evitare di «interferire», di farsi coinvolgere dalla tempesta che a Roma ha colpito la maggioranza. Vorrebbe pure scansare ogni riferimento ai suoi timori per la situazione politica. Così, quando glielo chiedono, «Presidente, è preoccupato per quello che è successo al Senato?», lui risponde in questo modo: «Sono molto contento per il restauro della stazione di Mergellina». Peccato che un’agenzia di stampa capisca male e riferisca «no, non sono preoccupato», costringendo il Quirinale a una surreale smentita: «Non ha detto di non essere preoccupato».
Dunque, da quanto si capisce, il capo dello Stato è preoccupato, ma non gradisce farlo sapere per non tracimare dal suo ruolo super partes. Infatti nel pomeriggio, uscendo da un incontro con l’Unione industriali, torna sull’argomento: «Spegnete i registratori. Una risposta che stamattina ho dato a un’agenzia è stata falsificata. Francamente è un fatto indegno, vuol dire che in futuro mi risparmierò anche la risposta di cortesia». E ancora, parlando dell’immondizia: «Evitiamo di cedere alla tesi secondo cui “good news are not news”. No, pure quelle buone sono notizie, non bisogna nascondere né le une né le altre».
Tutto ciò testimonia comunque, se non preoccupazione, un certo nervosismo del presidente, costretto ad osservare l’ennesimo movimento sussultorio sotto i piedi del governo. L’altro giorno, prima di partire per il golfo, ricevendo gli stilisti, aveva cercato di mandare messaggi rassicuranti: «Abbiamo bisogno di occasioni di serenità e di fiducia come questa. E non ce ne sono tante, ve lo posso assicurare».
Ma sul Quirinale l’allarme è già suonato, anche in vista delle prossime scadenze. Una delle più importanti è la Finanziaria. «Il capo dello Stato - spiegano sul Colle - sta monitorando la situazione». Nei giorni scorsi ha ricevuto il ministro Padoa-Schioppa e ha contattato i due presidenti delle Camere fissando a chiare lettere alcuni punti cruciali. Ad esempio, evitare l’assalto alla carovana e i maxi-emendamenti. Napolitano resta comunque in attesa di una manovra che possa affrontare alla radice i problemi del Paese. Il dibattito è già molto acceso, e il presidente preferisce sospendere il giudizio. Si vedrà una risposta complessiva? «Potrò vederla soltanto quando la leggerò».


Quanto alle ricostruzioni di alcuni giornali, secondo i quali il capo dello Stato starebbe spingendo Prodi a una mediazione con i partiti di centro della maggioranza e si starebbe già preparando a un governo di decantazione, lo staff di Napolitano le liquida con poche parole: «Cose vecchie. Rimasticature non attuali».

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