Napolitano consacra il Pirellone bis «È un monumento alle autonomie»

«Un monumento all’Italia delle autonomie, voluta dai nostri Padri costituenti e segnata nella carta costituzionale». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, inaugura così Palazzo Lombardia, nuova sede della Regione, insieme al governatore, Roberto Formigoni, e all’arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi. Il trasloco definitivo è stato concluso da poco e in piazza Città di Lombardia, sotto la volta di vetro, la nuova sede viene definita un simbolo del federalismo. Tutti allegri, sorridenti e concordi, inclusa la Lega: i lumbard evitano le polemiche e si alzano in piedi al momento dell’inno.
Napolitano considera «una coincidenza significativa» l’inaugurazione della nuova sede in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia. Ricorda che la legge che dà attuazione alle Regioni risale al 1970, 22 anni dopo la Costituzione. Adesso è arrivato il momento di andare ancora oltre, in direzione delle autonomie locali, pur nel rispetto dei «necessari equilibri». A Varese, dove è al financo del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, usa parole di denuncia molto forti per criticare gli squilibri attuali: «C’è un armamentario che si è sovraccaricato, al di sotto del livello regionale, dove c’è qualcosa di artificioso e a volte di parassitario».
Napolitano invita a spingere sull’acceleratore federalista. «Non possiamo concederci il lusso di lasciare il lavoro incompiuto» dice il presidente della Repubblica. Aggiunge: «Questa volta dobbiamo portare a termine l’attuazione del titolo V riformato della nostra Costituzione e trovare necessarie strade di equilibrio e corrispondenza tra il ruolo dello Stato, delle amministrazioni locali, delle grandi istituzioni come quella parlamentare - che a sua volta va riformata nella nuova prospettiva - e il ruolo delle Regioni, delle Province e dei Comuni».
Formigoni ripete ancora una volta il concetto cardine dei suoi festeggiamenti per i 150 anni: «Il federalismo è il nuovo nome dell’unità d’Italia». Persino il cardinal Tettamanzi, per tessere le lodi delle autonomie locali, ricorre a san Paolo («il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra») e osserva: «Vale per il corpo sociale come per il corpo ecclesiale il principio dell’unità nella diversità». Aggiunge: «Sarebbe illogico e persino dannoso che una parte del corpo, preoccupata solo della propria diversità, affermasse di non appartenere all’intero organismo».
L’appello a federalismo e unità suscita l’approvazione generale, inclusa quella di Renzo Bossi. «Il discorso di Napolitano è positivo - commenta Bossi jr -. Spingiamo perché non siano parole che restano nel vuoto, ma perché al contrario la riforma sia attuata».

Renzo Bossi evita qualsiasi contrapposizione anche con il cardinal Tettamanzi. Anzi, di fronte all’appello a valorizzare tutte le specificità nell’unità cita il bisnonno siciliano: «È di Favara, in provincia di Agrigento. Ho intenzione di fare questo viaggio perché fa parte della mia storia».

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