Politica

Napolitano: «Contro le donne ancora troppi pregiudizi e troppe resistenze»

Messaggio del capo dello Stato per il premio Bellisario, giunto alla trentaduesima edizione: «In Italia non c'è ancora una completa affermazione dei diritti femminili. Quelle affermate dovrebbero aiutare quelle più in difficoltà».

Ancora «troppi pregiudizi», ancora «troppe resistenze» in Italia «affinchè le conquiste delle donne trovino una compiuta affermazione». Insomma, dice Giorgio Napolitano, così non va: siamo nel terzo millennio, ma «ancora» esiste una questione femminile.
L'occasione per lanciare il suo allarme il capo dello Stato la trova nella trentaduesima edizione del Premio Bellisario. In un messaggio alla Fondazione, il presidente rinnova «le espressioni di vivo apprezzamento per l'impegno profuso a favore dello sviluppo della parità di genere e per l'attenzione con la quale vengono valorizzati i risultati e i successi conseguiti dalle donne italiane in tutti campi di attività».
Ma non basta. «Occorre continuare a compiere ogni sforzo - si legge ancora nel telegramma presidenziale - sul piano normativo, educativo e culturale, affinchè le conquiste delle donne trovino compiuta e diffusa affermazione e vengano definitivamente superate resistenze ed ostacoli legati ad antichi pregiudizi».
Nel congratularsi con le personalità che sono state premiate nel corso di una cerimonia all'Auditorium della Tecnica di Confindustria, il capo dello Stato richiama perciò le riflessioni da lui svolte lo scorso 8 marzo in occasione della giornata della donna e che si possono sintetizzare così: quelle che l'hanno fatta diano una mano a quelle in difficoltà.

Insomma, «le donne che sono riuscite ad affermarsi non si sottraggano alle richieste di aiuto, più o meno esplicite delle altre donne, soprattutto delle più giovani e di quante vivono momenti di particolari problemi, incoraggiandole con l'esempio e la solidarietà ad esigìere sempre il rispetto della propria dignità di persona, in qualsiasi circostanza e nell'ambito di ogni relazione».

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