Napolitano, firma con critica «Insieme di norme eterogenee»

RomaDubbi, preoccupazioni, «perplessità tecniche». Giorgio Napolitano trova pure delle «incoerenze», delle «mancanze di organicità» e persino degli articoli che si contraddicono tra di loro nel pacchetto sicurezza approvato dal governo all’inizio del mese. Trova di tutto, ma non trova motivi per bocciare quel voluminoso dossier parcheggiato da un paio di settimane negli uffici giuridici del Quirinale. Perciò lo firma e lo accompagna con una lettera a Silvio Berlusconi e i ministri interessati chiedendo di «prendere le iniziative necessarie» per poter applicare la legge.
Via libera dunque alle nuove norme sul clandestini. Il capo dello Stato non rileva nessun profilo di incostituzionalità e nemmeno motivi di opportunità per rimandare il testo alle Camere. Anzi, come si legge nel comunicato ufficiale diffuso dal Colle, il presidente non ha nulla da dire sul merito politico. Tant’è che l’ha varata «ritenendo di non poter sospendere in modo particolare l’entrata in vigore di norme, ampiamente condivise in sede parlamentare, volte ad assicurare un più efficace contrasto - anche sul piano patrimoniale e delle infiltrazioni nel sistema economico - delle diverse forme di criminalità organizzata».
Insomma, una buona legge, necessaria, ma, secondo il Colle, confusa e scritta piuttosto male. «Suscita peraltro perplessità e preoccupazione - prosegue infatti la nota - l’insieme del provvedimento che, ampliatosi in modo rilevante nel corso dell’iter parlamentare, risulta ad un attento esame contenere numerose norme tra loro eterogenee, non poche delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità». In particolare, «si rileva la presenza nel testo di specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi generali dell’ordinamento e del sistema penale vigente». Da qui la lettera a Berlusconi, Alfano e Maroni perché «prendano le iniziative che ritengono di assumere» per risolvere il problema.
Il Cavaliere provvederà, ma intanto incassa l’ok del Quirinale. Palazzo Chigi, come spiega un comunicato, esprime «soddisfazione e apprezzamento per la promulgazione da parte del presidente della Repubblica della legge sulla sicurezza che permette di rispondere immediatamente ad una serie di richieste dei cittadini». Quanto alle considerazioni del capo dello Stato, «saranno valutate attentamente e che si terrà conto delle notazioni e dei suggerimenti espressi dal presidente Napolitano già a partire dalla prima applicazione della legge stessa». È contento pure Angelino Alfano, che guarda alla concretezza: «Sì, sono contento perché il capo dello Stato ha deciso di firmare. Le ragioni a favore della promulgazione del ddl sono state evidentemente prevalenti rispetto alle perplessità. Napolitano spiega che il provvedimento era indispensabile per alcuni aspetti, come il carcere durissimo per i boss mafiosi.


«Addolorato» invece Antonio Di Pietro, che attacca nuovamente con violenza il Colle: «Esprimo profondo rammarico per la titubanza del presidente della Repubblica nel prendere in mano la situazione e nell’affrontare i compiti che la Costituzione gli assegna».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica