Fuori, i precari in attesa con le loro foto e i loro striscioni di protesta: «La camorra ringrazia lo Stato per la morte della scuola», «Affittasi», «Cedesi». Dentro, nella sala grande del nuovo asilo Pio XII, Giorgio Napolitano che cercava di dare qualche speranza in più. «Qui ci sono quelli che miglioreranno il futuro dell'Italia», queste le parole con cui il presidente della Repubblica si è rivolto alla folla che lo attendeva, nel quartiere Pastena di Salerno, per l'inaugurazione della struttura.
Il capo dello Stato, che ha tagliato il nastro tricolore, è stato accolto da una folla di insegnanti e bambini in festa, con il camice blu e la bandierina da sventolare. Una cerimonia breve. Al termine si è fermato ad ascoltare le ragioni dei precari auspicando sul problema «un dibattito in Parlamento». Napolitano la considera infatti una questione nazionale e, come ha spiegato ai prof senza cattedra, ritiene «che ci siano ancora margini per strappare qualcosa».
«Il presidente della Repubblica ci ha assicurato il suo sostegno e ci ha detto che farà di tutto per risolvere la nostra situazione». A parlare è Anna Galdi, 52 anni, da undici precaria della scuola. «Poco fa gli abbiamo consegnato al una lettera, lui ci ha promesso che ci risponderà a giorni e, soprattutto, ha detto di essere perfettamente al corrente dei nostri problemi. Le proteste del mondo della scuola di questi ultimi giorni, ci ha riferito, si sono trasformate in una questione nazionale. Ci ha giurato che ci sarà vicino».
E Alessandro D'Auria, insegnante in attesa di incarico, sostiene che «la scuola può fare molto contro la camorra e nella lotta alla criminalità organizzata. Purtroppo viviamo una condizione di estremo sovraffollamento delle aule, c'è dispersione scolastica, tutti fattori che rendono sempre più difficile insegnare».
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