Nato, missione infinita: altri 90 giorni in Libia Ma questa non doveva essere una guerra lampo?

Gli ambasciatori dei Paesi della Nato hanno deciso di prolungare di 90 giorni il piano di azione militare dell’Alleanza Atlantica, che scade il prossimo 27 giugno. La guerra resta lampo solo sulla carta. Ieri la denuncia del regime libico: nei raid morti 718 civili e 4067 feriti

Nato, missione infinita: altri 90 giorni in Libia 
Ma questa non doveva essere una guerra lampo?

Bruxelles - La guerra lampo resta tale solo sulla carta. E nelle intenzioni iniziali, forse. Gli ambasciatori dei Paesi della Nato hanno deciso di prolungare fino alla fine di settembre il piano di azione militare dell’Alleanza Atlantica, che scade il prossimo 27 giugno. Unified Portector viene prorogata di altri 90 giorni. Lo indicano fonti diplomatiche in seno alla Nato. L'Occidente è costretto a pagare un prezzo altissimo, in termini di costi, uomini, impegno e credibilità per la decisione avventata del presidente francese, Nicolas Sarkozy, che non volle ascoltare gli strateghi militari.

La Nato "Con questa decisione la Nato e i suoi partner inviano un chiaro messaggio al colonnello Muammar Gheddafi" ha dichiarato il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. "Siamo determinati a continuare le nostre operazioni per proteggere il popolo della Libia. Sosterremo i nostri sforzi per soddisfare il mandato ricevuto dalle Nazioni Unite". Rasmussen sottolinea anche che la proroga della missione, che inizialmente era stata stabilita a 90 giorni come da procedura standard, invia un chiaro messaggio al popolo libico, al fianco del quale l’Alleanza e la Comunità internazionale continueranno a stare solidali.

Le vittime nei raid Il portavoce del governo libico Mussa Ibrahim ha affermato ieri che nei raid della Nato dal 19 marzo al 26 maggio sono morti 718 civili e altri 4067 sono rimasti feriti. "Dopo il 19 marzo e fino al 26 maggio, noi abbiamo avuto 718 martiri fra i civili, e 4.

067 feriti, dei quali 433 gravi" ha affermato Mussa Ibrahim, nel corso di una conferenza stampa, citando un bilancio del ministero della Salute. Secondo il portavoce, questa cifra non include le vittime fra i militari libici: un numero che invece - ha spiegato - il ministero della Difesa ha "rifiutato" di divulgare.

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