“Organizziamoci nelle scuole contro il governo”. Il nuovo anno scolastico si apre con le rivolte

I Collettivi studenteschi sono pronti alla rivolta e il 6 settembre hanno organizzato una manifestazione a Venaus contro il governo

“Organizziamoci nelle scuole contro il governo”. Il nuovo anno scolastico si apre con le rivolte
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I centri sociali non si nascondono più e diventano centri di organizzazione e coordinamento dei collettivi studenteschi. Tra poche settimane la campanella suonerà nuovamente nelle scuole del nostro Paese e i gruppi stanno già muovendo i fili per organizzare manifestazioni e rivolte in tutta Italia con primo, grande, assembramento nazionale convocato a Venaus, in Val di Susa. La propaganda si fa pressante, fa leva sulle paure dei giovanissimi e paventa un possibile intervento italiano in guerra per spingere gli studenti alla rivolta contro il governo. Dai social è partito il tam-tam per l'organizzazione e alcune realtà studentesche da nord a sud si sono unite per la manifestazione di Venaus.

"L'Occidente è in rotta di collisione e la nostra classe dirigente cerca una scappatoia per riuscire a tenere strette le redini dell'Impero. Come? Attraverso la riconversione bellica", scrivono gli studenti del Ksa Torino, del Collettivo Ludus Righi, del Collettivo Mamiani, del Collettivo Manara e del Collettivo Morgagni. "Non è nuovo infatti nella storia il direzionamento delle forze produttive e sociali, in momenti di crisi, verso l'industria delle armi, unico modo per il Capitale di continuare ad accumularsi e mantenere il proprio dominio", si legge ancora nel comunicato che vuole inculcare nei giovanissimi l'idea che anche la scuola venga messa al servizio dell'industria. "In questo panorama la Formazione ricopre un ruolo fondamentale: per lo Stato è infatti necessario costruire i presupposti per poter reggere futuri conflitti, creando da un lato consenso ideologico tra i giovani, dall’altro forza-lavoro con poche pretese da impiegare nel settore, che in questa fase necessita di manovalanza per la produzione bellica", si legge, appunto, nel proclama.

La provenienza di queste idee è ben nota. Ci sono gruppi "adulti" dell'estrema sinistra che da anni sono attivi nel proselitismo dei giovanissimi, che oggi fanno quel tipo di lavoro nelle scuole per avvicinare i coetanei alla rivolta. Ancora una volta gli studenti diventano strumenti in mano a organizzazioni strutturate con scopi ben più alti e sovversivi. "La scuola italiana, come fabbrica di capacità umana povera e settorializzata, va proprio in questa direzione, e lo vediamo chiaramente nelle manovre che ormai da qualche anno il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara sta attuando. Dalla riforma dei programmi didattici, come quello di Storia, in cui vengono sin dalle scuole elementari evidenziati in maniera ossessiva le condizioni storiche tramite cui l’Occidente ha costruito il suo potere, per inculcare un’immagine distorta di quelli che dovrebbero essere i valori di un buon europeo, alla riforma del 4+2 e del PCTO, con la quale si esplicita il ruolo pratico di milioni di studenti e studentesse, ovvero farsi sfruttare da aziende che spesso sono le stesse promotrici della produzione bellica - vedesi i casi di alternanza scuola-lavoro con multinazionali come Leonardo S.P.A., azienda produttrice di morte al centro dell’approvvigionamento militare di Israele", si legge nel proclama.

Si sono convinti che la riforma della scuola sia strumentale all'industria bellica e in tal modo vogliono agire. "Un’altra componente centrale della conversione bellica è il disciplinamento che viene imposto sempre di più nei luoghi di formazione. Ne è un esempio la riforma del voto in condotta o quella, recentemente promessa dal Ministero, sull’esame di maturità, volte a normalizzare la stretta repressiva necessaria a contenere le possibili emersioni di alterità ai loro progetti di distruzione. Davanti a tutto ciò, come studenti che vogliono organizzarsi per cambiare le cose, dobbiamo saper leggere la declinazione pratica di queste contraddizioni nei nostri contesti, potenziando i conflitti già presenti e creandone di nuovi, per sovvertire i loro piani di devastazione. Organizzarci nelle scuole è ora più che mai necessario per costruire dimensioni organizzate studentesche di massa che dichiarino guerra a chi la guerra vuole portare.

Partecipa anche tu all'assemblea sulle scuole che si terrà il 6 settembre a Venaus, per organizzare forme di lotta concrete che dalle scuole siano in grado di inceppare la macchina bellica", concludono dai collettivi incitando la chiamata.

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