da Roma
Nel 2008 gli italiani (famiglie ed imprese) verseranno 23,5 miliardi di euro di maggiori entrate. E sempre nel 2008, lo Stato sborserà 23 miliardi di nuove spese correnti. Per queste ragioni, il deficit del prossimo anno resterà al 2,3%: lo stesso livello toccato questanno. È quanto emerge dalle tabelle della Relazione unificata sulleconomia e la finanza pubblica, la nuova versione della Trimestrale di cassa.
Il documento, discusso e approvato dal Consiglio dei ministri, indica per questanno una discesa del deficit dal 2,8% previsto dalla finanziaria, al 2,3%. Taglio favorito soprattutto dal buon andamento delleconomia che, crescendo al ritmo del 2% allanno (contro l1,3% previsto a settembre), favorisce una riduzione del disavanzo. Parte del merito, comunque, va anche al buon andamento del gettito, in crescita - spiega la Relazione - di 8-10 miliardi. Di questi, però, buona parte sono stati già utilizzati per migliorare soprattutto lavanzo primario (cresciuto al 2,6%, contro il 2% previsto), mentre la loro contabilizzazione sul deficit è stata minima (3 miliardi). Il governo, comunque, avrebbe ancora a disposizione una cifra che oscilla fra i 2,5 e i 4 miliardi.
Ma, come spiega Tommaso Padoa Schioppa nellintroduzione alla Relazione unificata, per renderli disponibili bisognerà aspettare il Bilancio di assestamento, atteso per giugno. Cioè, dopo le elezioni amministrative (fissate per il 27 e 28 maggio). Solo con il Bilancio dassestamento, il ministero dellEconomia potrà avere reale contezza dellammontare del cosiddetto «extragettito» 2007 e renderlo disponibile. Sempre che Bruxelles lo consenta.
Il ministro, infatti, riconosce che dora in avanti il governo sarà impegnato in un difficile negoziato con la Commissione per dirottare le maggiori entrate verso ulteriori e maggiori spese, in deroga al Patto di stabilità.
E le tabelle della Relazione unificata non possono far piacere a Bruxelles, al punto che la portavoce di Joaquin Almunia preferisce rispondere con un «no comment» a chi le chiede giudizi sul deficit italiano. Se le entrate del 2008 aumentano di 23 miliardi di euro (l1,6% del pil) a fronte di maggiori spese correnti di pari ammontare, significa che la correzione strutturale dei conti pubblici è ancora lontana dallessere raggiunta.
Da qui la cautela di Padoa Schioppa sia nellindicare lammontare preciso dellextra gettito; sia come, eventualmente, destinarlo: nonostante laumento della pressione fiscale che questanno tocca il 46,6% del pil, contro il 46,1% del 2006. Il ministro conosce alla perfezione il Patto di stabilità. E sa benissimo che prevede una correzione del deficit strutturale superiore allo 0,5% annuo, soprattutto per quei paesi che attraverso un periodo di good time, di congiuntura positiva. Situazione in cui si trova attualmente lItalia.
Padoa Schioppa, quindi, teme che lUnione europea chieda che il maggior gettito che emergerà dal Bilancio dassestamento di giugno sia utilizzato per ridurre ulteriormente il deficit. Rassicura comunque i colleghi: il calo delle tasse ci sarà. Quasi una prova di fede per tacitare le richieste che gli sono piovute addosso da più parti negli ultimi giorni; e che quantifica in una quindicina di miliardi. La Bindi chiede che il maggior gettito vada sottoforma di bonus fiscale per le famiglie, Di Pietro chiede che venga utilizzato per le infrastrutture, Damiano spinge per utilizzarlo per finanziare i nuovi ammortizzatori sociali, e Ferrero per aumentare le pensioni minime.
A tutti i colleghi, Padoa Schioppa replica: «Siamo in una realtà migliore rispetto a 10 mesi fa. Ma non siamo ancora principi.
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