Nel Lazio e in Umbria il Pdl punta sul rosa

I SONDAGGI La Polverini accreditata al 45 per cento contro il 43 del presidente uscente del Pd Marrazzo

Nel Lazio e in Umbria il Pdl punta sul rosa

RomaDal Nord est al Centro Sud. Le candidature alle regioni continuano ad agitare il Popolo delle libertà, anche se la strada è ormai in discesa. Con l’intesa Berlusconi-Fini sul Veneto - assegnato alla Lega Nord a scapito del governatore uscente, l’azzurro Giancarlo Galan - e con la riconferma di Roberto Formigoni per la Lombardia, data ormai per scontata, sono stati sciolti i nodi più importanti. Restano da risolvere altre questioni, spinose ma meno politiche. In questa fase il problema è più che altro quello di mettere al loro posto tutti i pezzi del puzzle. Per farlo nei prossimi giorni saranno raccolte le indicazioni dei responsabili regionali del Pdl e poi la decisione finale toccherà a Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Umberto Bossi.
Archiviata la candidatura per la Serenissima e accontentata la Lega Nord, a confrontarsi saranno soprattutto il premier e il presidente della Camera. Segno di un clima più disteso rispetto alle settimane scorse, che ha ormai coinvolto anche la Lega Nord, come dimostrano anche le parole pronunciate ieri da Roberto Calderoli: «A decidere saranno i tre leader della coalizione: Berlusconi, Bossi e Fini. Soltanto loro sono titolati a decidere e darne la relativa comunicazione». Fino a pochi giorni fa gli esponenti del Carroccio parlavano solo di Bossi e Berlusconi
Le partite principali sono quelle del Sud. I riflettori si sono accesi su Lazio e Campania. Restano per il momento in piedi entrambe le candidature principali, quella dell’imprenditrice Luisa Todini e quella della sindacalista Renata Polverini.
Quello che è certo è che il Pdl nella regione governata da Piero Marrazzo, presenterà una donna, confortato dai sondaggi che nel Lazio premiano le candidature in rosa (ieri la Polverini era accreditata al 45 per cento dei voti contro il 43 del governatore in carica). C’è poi la questione Campania. In corsa Nicola Cosentino, sottosegretario all’Economia e soprattutto Stefano Caldoro. Nei giorni scorsi erano circolati per la Campania nomi di ex Alleanza nazionale, Pasquale Viespoli e Italo Bocchino. Ma un candidato finiano renderebbe complicati i giochi per la sempre più probabile Polverini nel Lazio.
Il rebus sarà risolto a breve. Già oggi è prevista una riunione a Palazzo Grazioli con i parlamentari campani ed è possibile che venga fatto il nome dell’esponente neosocialista. A cascata dovrebbe seguire quello del Lazio.
Legata a questa partita anche la candidatura dell’Umbria, dove la scelta è tra la capogruppo del Pdl al consiglio regionale Fiammetta Modena e Stefania Giannini, rettore dell’Università degli stranieri. Più a sud, la Calabria è ormai un punto fermo con la candidatura dell’attuale sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti. Giochi fatti anche in Puglia con il magistrato Stefano Dambruoso. A Nord, tra le candidature certe quella ligure di Sandro Biasotti. Resta aperta la Toscana. Per la regione non sono pochi quelli che vorrebbero vedere scendere in campo direttamente Denis Verdini. Partita aperta in Piemonte con le candidature di Guido Crosetto o in alternativa Osvaldo Napoli.
Questa partita, come quella delle Marche, non si incrocia più con quella delle alleanze. Dopo il «corriamo da soli» di Lorenzo Cesa, i rapporti con i centristi si sono ulteriormente deteriorati. Ieri l’Unione ha lanciato l’idea di un listone con Galan, nel caso il presidente uscente del Veneto volesse uscire dal Pdl. Lista che i centristi vorrebbero fare con una parte di Pd.

Mossa che ha fatto tramontare tutte le ipotesi di candidature comuni. Con l’Udc la linea che il Pdl intende seguire è che prima saranno decisi i candidati e la linea del partito. Solo dopo si potrà cercare un terreno comune.

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