Nel mare di Corsica il «tesoro di Rommel»

Sarebbero oltre duecento chili di oro e gioielli razziati nel 1942 dalle SS agli ebrei della Tunisia

N ulla è più affascinante dei tesori sepolti. In particolare se il tesoro è stato inabissato dai perfidi nazisti. Di gioia dovevano brillare gli occhi dello sceneggiatore televisivo inglese Terry Hodgkinson mentre confidava in anteprima la sua scoperta al quotidiano londinese Daily Telelegraph: «Ho trovato il tesoro di Rommel. Cioè, proprio trovato no, ma sono ragionevolmente convinto di averlo localizzato. Certo che il recupero non si presenta semplice. Servirà una tecnologia molto avanzata, degli aspiratori speciali».
Dove e come mister Hodgkinson pensi di recuperare questi supporti tecnologici ancora non si sa, ma comunque la notizia (se non è una bufala) è di quelle che fanno rizzare le orecchie a cronisti e narratori di avventure. Il «tesoro di Rommel» sarebbe costituito da una grande quantità di oro e gioielli che durante l’ultima guerra i tedeschi avrebbero razziato agli ebrei della Tunisia. Questo tesoro sarebbe poi stato affondato a circa un miglio dalla costa della Corsica all’altezza di Bastia, dalle SS in fuga sotto l’incalzare degli anglo-americani. Hodgkinson ha raccontato al Daily Telegraph di essere arrivato all’individuazione dopo molte ricerche compiute a Tunisi dove ha trovato preziosi documenti. Da questi risulta anche che non fu Rommel - il comandante dell’Afrika Korps che diede filo da torcere ai nemici e per ringraziamento fu «suicidato» da Hitler - a razziare gli ebrei ma uno spietato colonnello delle SS, tale Walter Rauff, spedito dal Führer in Africa dopo le vittorie tedesche nel giugno del 1942.
Le SS furono poi richiamate in patria dopo la sconfitta di Rommel ad El Alamein nell’ottobre dello stesso anno e durante la ritirata avrebbero affondato il tesoro. Tesoro di cui del resto si favoleggiava fin dalla fine della guerra, tanto che in Italia fu fatto perfino un film nel 1955 dal titolo Il tesoro di Rommel dove si raccontavano le peripezie di un gruppo di avventurieri in gara con i sommozzatori tedeschi che cercavano di recuperare il bottino del Feldmaresciallo per conto del loro governo. Anche Hodgkinson dice di aver battuto sul tempo una squadra di sommozzatori tedeschi che cercavano il tesoro ma per una ripresa televisiva.
Resta da stabilire a chi toccheranno gli oggetti preziosi (stimati in duecento chili) che l’azione del mare ha disperso sul fondo dopo la rottura delle sei casse d’acciaio in cui erano contenuti. La legge francese prevede che gli oggetti recuperati nelle sue acque territoriali siano divisi a metà fra lo Stato e gli scopritori, ma in questo caso si suppone che dovrebbero legittimamente andare ai discendenti degli ebrei derubati.


Razziatori pervicaci, i tedeschi nell’ultima guerra si appropriarono di tutto: dalle bottiglie di cognac nelle cantine francesi alle opere d’arte. Non sempre all’avidità corrispondeva la competenza: Goering, per esempio, si fece rifilare un Vermeer taroccato dal celebre falsario olandese van Meegeren.

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