Luciana Baldrighi
Un totale di ventuno opere inedite realizzate tra il 2004 e il 2005. Un unicum, quello di Piero Pizzi Cannella, nuovo rispetto alla sua produzione che affonda le sue radici negli anni Settanta, quando Vittorio Sgarbi già giurava sul suo talento. Questa ultima mostra allo Studio Guastalla di via Senato 24 dal titolo «Canto» fa riferimento al Cantico dei Cantici di re Salomone, unopera poetica e riligiosa che per la tradizione ebraica è un testo fondamentale che si legge ogni venerdì sera in attesa del sabato, lo Shabbat, paragonato a una sposa.
Le diciannove opere su carta e che lartista ha dedicato al cantico dei Cantici, sono ben lontane dallessere illustrative del rotolo biblico, piuttosto dialogano con gli enigmi che in esso si celano. E per questo motivo che Pizzi Cannella ha estrapolato, come spiega Luigi Di Corato nel catalogo che accompagna la mostra che terminerà il 4 marzo, dal testo in ebraico alcune parole fra le quali, ricordo, colline, rosa, monili, fiori, torre, occhi, corvo, figlie di Gerusalemme, madreperla, mandragole... Tutte hanno unevidente corrispondenza con i segni e le figure che fanno parte della raffigurazione del pittore. «Figure, Vestiti, Ferri battuti, Lucertole, Vedute, Vasi, Conchiglie, Bagni turchi, Fiori secchi, Mappe, Gioielli, Vetri, Bersagli, Maschere, Ventagli, Sguarde, Lune, Corvi», elementi che per lartista hanno una valenza non iconica ma magica. Raffigurarle è lultimo rito del pittore. Ma non pensiamo di trovarci davanti a unarte figurativa, bensì astratta che ci riporta a una critica darte legata anche al periodo della Transavanguardia, a opere come quelle di Cucchi, almeno per quanto riguarda limpatto visivo fino a Chia.
Ciò che risulta da questi lavori di squisita pulizia formale e intellettuale sono una sorta di spartiti scritti in aramaico o hiddish realizzati in olio e carbone su tela di grandi e medie dimensioni dove un abito o delle semplici colate di colore invecchiano le carte conferendole un aspetto consunto, patinato. Oltre a «Canto», anche «Sul tuo cuore» e «Anima mia» comprendono dei cerchi neri, delle scritte, mentre «I tuoi capelli sposa bella» dove labito della sposa è nero, lascia il visitatore allibito. La donna è lunica vera protagonista di questa ultima ricerca di Piero Pizzi Cannella.
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