Massimo Malpica
RomaAncora un «cliente» targato Pd nella lista sequestrata al Madoff dei Parioli, Gianfranco Lande. Si tratta del senatore Roberto Di Giovan Paolo, che fa riferimento allarea dellex segretario Dario Franceschini. Area alla quale già appartengono altri «contribuenti» dellorganizzazione di Lande e compagni. Come Pier Domenico Martino, deputato Pd ed ex portavoce di Franceschini, che nei verbali Lande racconta aver fatto pressioni per riavere i soldi, minacciando di rivolgersi agli «ex magistrati» del partito Democratico. E oltre a Martino, tra gli investitori imprudenti cera pure Francesco Saverio Garofani, ultimo direttore del Popolo poi sbarcato in parlamento con il Pd, dopo aver appoggiato Franceschini nella corsa alle primarie. I Garofani, ricorda lo stesso Lande, erano praticamente «un clan di clienti storici».
Mancano i riferimenti del finanziere arrestato relativi a Di Giovan Paolo, invece. Ma il suo nome è nella lista: avrebbe versato poco meno di 60mila euro, soldi comunque mai scudati, a dar retta allelenco sequestrato dalla guardia di finanza. Linteressato, però, contattato dal Giornale cade dalle nuvole. «Cè davvero il mio nome nella lista di Lande? Non ne so niente», esordisce. «Non ho mai dato - riprende - questi soldi a Lande e nemmeno alla Egp. Conoscevo invece Torregiani, tramite Garofani, e tanti anni fa, diciamo forse nel 1995, gli diedi una parte della liquidazione del giornale la Discussione, ma non erano tutti quei soldi». Si trattava di una cifra minore, spiega il senatore, che peraltro racconta che «tempo fa la somma mi servì, e così la ripresi prima del 2000». Quanto allo «scudo» mancato, il parlamentare fa spallucce: «Non so veramente a che titolo sono in quellelenco, ma non ho soldi allestero, e se li avessi ancora avuti avrei certamente fatto lo scudo. Gli unici soldi allestero che ho avuto sono quelli a cui accennavo, messi lì tramite Torreggiani, versati credo a Londra, perché era mia intenzione comprare casa lì o a Dublino. Ma non se ne fece nulla».
Oltre ai politici, dagli elenchi saltano fuori altri nomi più o meno celebri, su cui la finanza cerca riscontri per evitare omonimie. Così, accanto a calciatori «vittime» di Lande come Rizzitelli e Desideri, ecco spuntare Francesco Graziani e Carmine Gautieri. Ma lelenco è da prendere con le pinze, e gli inquirenti lo sanno bene. Oltre al rischio di omonimie, cè la presenza di operazioni datate nel tempo. Tanto da ritrovare nei nomi della lista anche un vecchio produttore cinematografico italiano come Gianni Hecht Lucari, scomparso tredici anni fa, nel 1998.
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