Nella neonata Duplex art Gallery un Mimmo Rotella dimenticato

Nella neonata Duplex art Gallery  un Mimmo Rotella dimenticato

LUISA CASTELLINI Un Mimmo Rotella inedito anche per gli appassionati d’arte è arrivato a Genova. Merito della giovanissima Duplex Art Gallery, (Vico del Fieno 21r) che invita a compiere un’incursione in una zona poco battuta della produzione del grande artista.
Protagonisti della mostra sono gli effaçage, un corpus di opere ben definito nell’iter artistico di Rotella. Realizzati in Francia, tra il ’70 e il ’76, le «cancellazioni» affondano le radici nel frottage surrealista e sono «in negativo» l’aspetto essenziale dei famosi décollage. Mentre questi ultimi - noti anche come «strappi» - nascono dall’accumulo di manifesti pubblicitari strappati, incollati e poi ancora lacerati fino al raggiungimento di un climax perfetto, gli effaçage prendono corpo dal principio opposto, la sottrazione.
Rotella, armato di ampolle colme di solventi come un alchimista, interviene sulle immagini patinate delle riviste di moda e di cinema, scarnificandole. Ogni elemento superfluo è eliminato e dell’originale non resta che una pallida traccia. Con un procedimento chimico - che implica un margine di imprevedibilità - Rotella si cala nell’universo confuso della modernità individuandone gli archetipi. Un’operazione concettuale, una lettura critica del reale che, attraverso il frammento, è svelato nei suoi nessi essenziali.
L’impatto con queste opere è distante dal fragore dei décollage, ove il formato e il colore sono elementi primari e travolgenti. Gli effaçage sono piccole epifanie, animate da un colore sfuocato o dal contrasto dei bianchi sui neri. I soggetti nascono dalla suggestione dei ritmi e degli umori della Ville Lumière ove s’incrociano poeti, artisti e letterati ma anche le bellissime ballerine del Crazy Horse.
Le donne, ballerine o eroine della carta stampata, sono le muse di un erotismo esplicito ma aggraziato che respira i ritmi lenti del ricordo. Il nudo c’è e senza compromessi, ma i corpi non hanno né peso né carne perché sono distillati in immagini «raschiate» fino al limite della cancellazione. Le curve sinuose diventano ombre che si stagliano in orizzonti pulviscolari e i bronci d’innocenza che vestono le pose di nudo più sfacciate diventano protagonisti.


La mostra, di carattere storico e critico, si prolunga fino al 9 luglio e riporta all’attenzione un percorso dell’opera di Mimmo Rotella che come altri - i poemi fonetici, gli artypo, le coperture, le sovrapitture - ha vissuto troppo a lungo all’ombra del successo degli eversivi e dissacranti décollage.

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