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«Nessun accantonamento per la causa di Rizzoli»

Giovanni Bazoli torna a parlare della causa intentata da Angelo Rizzoli Junior per chiedere la nullità degli atti che gli tolsero la proprietà della Rizzoli. «Il mio ruolo - ha detto ieri Bazoli - fu allora rivolto a evitare il fallimento della Rizzoli». Bazoli è tornato a definire «del tutto infondate nel merito e inammissibili in via preliminare» le «pretese» della controparte, poiché la Corte di appello di Milano, ha ricordato, si era già pronunciata sulla questione nel 1996, in senso sfavorevole alla controparte, con sentenza «passata in giudicato». Il giudizio è stato promosso da Rizzoli nel settembre 2009 nei confronti di Intesa anche quale successore del Banco Ambrosiano «e altri quattro soggetti - ha continuato Bazoli - per l’accertamento della nullità di atti che tra il 1977 e il 1984 avrebbero portato ad una penalizzante dismissione del controllo che egli avrebbe detenuto nella Rizzoli Editore spa». Dopo la sentenza favorevole del 1996, continua Bazoli, «Intesa Sanpaolo ha sollevato, costituendosi in giudizio, una serie di altre eccezioni e ha chiesto la condanna del Rizzoli per lite temeraria con condanna al risarcimento del relativo danno.

La prima udienza è stata differita al 15 giugno 2010. D’accordo con i legali che ci assistono nel giudizio non sono stati stanziati accantonamenti poiché consideriamo del tutto destituite di fondamento le domande di controparte».

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