Nessun rischio per l’edificio del ministero della Salute

A proposito dell’articolo pubblicato ieri a pagina 46 della cronaca di Roma, dal titolo «Il futuro ministero? È già sotto sequestro» dobbiamo precisare alcune circostanze. Innanzitutto il futuro ministero della salute, così come il centro commerciale già aperto al pubblico, non rientra nell’area interessata al sequestro; l’edificio, peraltro, è stato realizzato da un’altra impresa ed è stato già collaudato. L’area interessata dal sequestro si riferisce a una zona del cantiere dove sono stati messi in opera solo i pali di fondazione da parte di una delle ditte appaltatrici oggetto del provvedimento. Per quanto riguarda, invece, l’indagine della Procura assegnata al pubblico ministero Carlo Luberti, essa è stata aperta sulla base di un esposto presentato da un ex dipendente dei una delle imprese appaltatrici che si stanno occupando dei lavori. Come già chiarito nell’articolo di ieri, l’ipotesi di reato riguarda l’utilizzo di una quantità di ferro lievemente inferiore a quella stabilita dal contratto. Tra l’altro l’impresa più grande e conosciuta, nel caso in cui fosse accertata la fondatezza dell’ipotesi di truffa, sarebbe comunque la parte lesa.

È appena il caso di ricordare, così come hanno precisato i tecnici delle imprese che si sono messi a disposizione dei periti della Procura negli accertamenti in corso, che non è assolutamente ipotizzabile la possibilità che l’uso ridotto di tondini nelle armature del calcestruzzo, nella percentuale di cui si parla, possa mettere a rischio in nessun modo la futura stabilità dell’edificio, che peraltro è ancora tutto da costruire.

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