«Nessun vantaggio» Il Tas spinge Pistorius a Pechino

Il velocista: «Uno dei più bei giorni della mia vita. Adesso mi aspetta un duro lavoro»

«Nessun vantaggio» Il Tas spinge Pistorius a Pechino

Quando ormai nessuno - probabilmente neanche lui - pensava fosse possibile, è arrivato l'annuncio a sorpresa del Tas di Losanna: Oscar Pistorius potrà gareggiare con i normodotati alle Olimpiadi di Pechino. Naturalmente se riuscirà a ottenere il tempo minimo per la qualificazione.
Il Tribunale Arbitrale dello Sport ha infatti comunicato ieri la revoca «con effetto immediato» di quanto disposto dalla Iaaf nel consiglio del 14 gennaio 2008 e riammesso ufficialmente l'atleta sudafricano a qualsiasi competizione ufficiale: «La commissione ha considerato che la Iaaf non è riuscita a provare che gli effetti biomeccanici derivanti dall'uso di particolari protesi diano a Pistorius un vantaggio sugli atleti che non le usano», anche se nel testo della sentenza si precisa che «non si esclude la possibilità che in futuro, con le nuove conoscenze scientifiche, la Iaaf possa riuscire a dimostrare che le protesi diano un vantaggio a Pistorius sugli altri atleti».
Si tratta comunque di una decisione destinata a lasciare il segno, anche se la sua applicazione rimane limitata a questo caso: eventuali analoghe situazioni future andranno prese in considerazione singolarmente.
La decisione del Tas concede quindi una possibilità al velocista di riuscire a guadagnarsi i tanto agognati Giochi - è dal 2005 che Pistorius si batte per questo -, anche se per il Segretario dei Comitati Olimpici Europei Raffaele Pagnozzi arriva in ritardo: «Credo che lo stesso orientamento potesse essere preso in modo più tempestivo dal mondo sportivo internazionale. Si sarebbero potute studiare le misure tecniche più idonee necessarie a gestire l'aspetto agonistico».
Ora a Pistorius non rimane che rimettersi duramente al lavoro per ottenere la qualificazione ai Giochi, anche se non nasconde che sarà davvero difficile: «Questo è uno dei più bei giorni della mia vita - ha dichiarato raggiante nel corso della conferenza stampa di ieri pomeriggio a Milano -, ma purtroppo in questi mesi molto intensi di lotte in tribunale ho perso gran parte della stagione agonistica e ora devo recuperare in fretta la migliore condizione. Da domani mi aspetta un duro lavoro».
Non c’è però molto tempo: il termine ultimo per conquistarsi la qualificazione scade il 20 luglio e il destino dello sprinter sudafricano potrebbe in qualche modo incrociarsi nuovamente con l'Italia: «Cercherò il tempo limite il 2 luglio all'Arena di Milano e l'11 nel Golden Gala di Roma, due settimane dopo aver gareggiato in Olanda e Germania per qualificarmi alle Paralimpiadi: voglio partecipare a entrambe le manifestazioni».
Mentre nei Giochi per i disabili sarà al via di 100, 200 e 400 metri, per competere contro i normodotati Pistorius ha scelto di giocarsi le sue carte sui 400 metri («nei 100 e 200 c’è troppa poca differenza tra i migliori», ha spiegato), specialità in cui detiene un personale di 46’’46, comunque distante dal 45’’95 che è il limite minimo «B» imposto dalla Iaaf.

Ma non si ferma qui: non esclude neanche l'eventualità di far parte della 4x400, nel caso il Sud Africa ne abbia una: «Purtroppo non è detto che il mio Paese abbia una sua staffetta a Pechino: il regolamento richiede un tempo tra i migliori sedici al mondo e finora non l'abbiamo...».
E se dovesse sfumare anche questa possibilità? «Se non sarà a Pechino vorrà dire che gareggerò alle Olimpiadi di Londra nel 2012...».

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