Newsweek chiede scusa «Era glaciale, una bufala»

Silvia Kramar

Nell’aprile del 1975 gli americani erano andati in edicola a comperare i settimanali, per aggiornarsi sulla caduta di Hanoi e sulla fine rovinosa della Guerra in Vietnam. Sfogliando Newsweek, però, molti si erano soffermati a leggere un titolo apparso quasi in sordina nelle ultime pagine.
Il mondo, annunciavano gli esperti del settimanale, stava andando lentamente verso una nuova era glaciale. Le temperature si sarebbero abbassate nei prossimi trent’anni, portando l’umanità verso una sicura catastrofe. L’agricoltura avrebbe subito danni immensi, causando la fame nel mondo, spingendo i governi ad armarsi e a lottare per la sopravvivenza dei propri cittadini.
Esperti dei vari centri meteorologici degli Usa, e scrittori del calibro di Isaac Asimov, erano sicuri che il mondo stesse andando, velocemente, verso un inevitabile global cooling. Bisognava correre al riparo: intervistato da Newsweek, uno scienziato proponeva come soluzione perfino di versare milioni di tonnellate di liquame sui ghiacciai artici, per farli sciogliere ed evitare l’arrivo del «grande freddo».
A distanza di trent’anni adesso Newsweek ha finalmente chiesto scusa: ovviamente le predizioni meteorologiche della rivista erano completamente sbagliate e la minaccia del global cooling non solo non era imminente ma è stata sostituita da un altro spauracchio: quello del global warming.
In un mondo che si sta velocemente surriscaldando, a causa dell’effetto serra, dell’inquinamento e della sovrappopolazione, le foto del nuovo fenomeno lanciano già l’allarme: basta guardare le tempeste di sabbia della grande Cina, i laghi prosciugati, le temperature record che colpiscono tutto il mondo e gli uragani come Katrina, causati dalle temperature sempre più elevate dell’oceano Atlantico.
Ma com’è possibile che trent’anni fa gli esperti intervistati da Newsweek si fossero sbagliati? Secondo William Connooley, esperto di clima della British Antartic Survey specializzato nello studio delle predizioni sulla nuova era glaciale, la risposta è semplice. Nel 1975 non possedevamo gli stessi dati di oggi, computer ugualmente sofisticati e modelli matematici in grado di analizzare a fondo il futuro. La notizia dell’arrivo del global cooling era stata basata su dati imprecisi, così come sessant’anni fa molti avevano creduto che il comunismo avrebbe trionfato in tutto l’Occidente.


Nel 1975 si credeva che l’impatto dell’aerosol nell’atmosfera, insieme al carbone bruciato in molti Paesi, avrebbe creato un effetto rifrangente sulla luce del sole, facendola rimbalzare verso il cielo e impedendo così alla terra di riscaldarsi. Tutto sbagliato. Inevitabili le scuse.

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