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Niente accordo tra Storace e Alemanno

Emanuela Ronzitti

Acque agitate all’interno di An. Traballa l’ipotesi di una «pax» trasversale tra le diverse anime romane del partito di via della Scrofa. Fino a qualche ora fa l’intero esercito dei colonnelli di An si era schierato per far quadrato su un accordo globale che tenesse conto delle aspirazioni delle diverse correnti in un quadro di unità interna. Ieri, invece, dopo un incontro informale tra Gianni Alemanno e Francesco Storace gli equilibri sembrano destinati a saltare. I due non avrebbero trovato l’accordo sulla «pax» post-elettorale. La tregua annunciata sembrava una necessità primaria soprattutto dopo le ultime vicende giudiziarie, invece ora la questione si complica. Il mancato accordo riguarda sia gli incarichi istituzionali e interni in Campidoglio sia quelli alla Regione. E non si esclude che le conseguenze possano interessare anche Palazzo Valentini.
Il primo tassello da collocare all’interno del nuovo assetto ruota attorno alla nomina del nuovo presidente del gruppo di An alla Pisana e alla nomina del vicepresidente del consiglio regionale. Cariche ricoperte finora da Fabio Rampelli e Andrea Augello eletti alla Camera e al Senato, e ruoli che fino a poche ore fa sarebbero dovuti spettare a Bruno Prestagiovanni, in quota Augello e a Tommaso Luzzi, legato al senatore Domenico Gramazio e quindi molto vicino a Francesco Storace. Il mancato accordo tra Alemanno e Storace potrebbe, invece, rilanciare le ambizioni di Antonio Cicchetti, in quota Rampelli, magari a ruoli invertiti con Prestagiovanni, al quale andrebbe la vicepresidenza del Consiglio con Cicchetti capogruppo. In sostanza, l’attrito tra i due colonnelli finirebbe per danneggiare gli uomini più vicini a Storace.
A puntare i piedi, contro questa ipotesi, è lo stesso Luzzi che alza i toni della polemica e parla di «scelte poco chiare nel gruppo di An alla Pisana». «Non capisco - spiega Luzzi - per quale motivo la riunione del gruppo si sia svolta prima della proclamazione dei due nuovi consiglieri regionali Celori e Lollobrigida che sostituiranno i colleghi eletti in Parlamento (Augello e Rampelli). Mi sembrava palese, logico e moralmente giusto che a scegliere l’assetto e i ruoli interni fosse proprio la nuova compagine del partito alla Regione». Di tutto ciò, comunque, Luzzi chiedere conto al coordinatore regionale e al commissario romano e ai presidenti delle Federazioni.
Non vanno meglio le cose al Comune, dove l’ipotesi più accreditata vedeva come capogruppo Marco Marsilio, in quota Rampelli - che collocherebbe così i suoi uomini ai vertici sia del gruppo comunale che regionale - mentre per la vicepresidenza si sarebbe profilata la possibilità di una staffetta Piso - Schiuma. L’ex «federale» romano di An avrebbe dovuto sostituire il vicepresidente uscente Schiuma, delfino di Storace, in attesa che su di lui si calmassero le polemiche sollevati negli ultimi giorni dai media in merito all’inchiesta «Laziogate». Una sorta di staffetta forzata quindi, sulla cui riuscita lo stesso Fabio Schiuma avrebbe celatamente sollevato dubbi, annunciando l’ipotesi di un suo passaggio al gruppo misto per «preservare il buon nome del partito dagli attacchi mediatici e per tutelare la sua dignità vista l’ottima personale riuscita alle ultime comunali per la terza volta consecutiva».

Cosa accadrà adesso? Domani, dopo la riunione indetta da Alemanno con il nuovo gruppo comunale, si conosceranno i nuovi assetti interni, in attesa di possibili mediazioni dell’ultim’ora per tentare di ricucire gli strappi.

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