Niente alloggi popolari a 2.350 inquilini: «Hanno già una casa»

LA PROTESTA La norma non vale per gli stranieri proprietari di immobili all’estero

Stanno arrivando in questi giorni ai 28mila inquilini delle case popolari di proprietà del Comune e ai 38mila residenti delle case Aler gli aggiornamenti dei canoni di affitto. Risultato dell’anagrafe dei redditi degli abitanti delle case di edilizia residenziale pubblica, ovvero il cosiddetto canone Isee/Erp, istituito con la legge regionale 1 del 2004. Un testo pensato e voluto per smascherare i «furbetti» delle case popolari, cioè coloro che pur avendo appartamenti di proprietà sparsi per l’Italia, che magari affittano pure, fanno domanda per un alloggio, togliendolo così a chi ne ha veramente bisogno. Insomma una truffa bella e buona a danno dei più sfortunati, resa ancora più irritante dal bisogno di casa che le varie amministrazioni cercano ogni anno di colmare.
Punto forte della legge 1/2004 l’articolo 18 che prevede la «decadenza dell’assegnazione di un alloggio per chi abbia conseguito la titolarità del diritto di proprietà o di altri diritti reali di godimento su un alloggio o su beni immobiliari in qualsiasi località del territorio nazionale aventi un valore, definiti ai fini Ici pari o superiori a quello di un alloggio adeguato nel comune di residenza».


I primi risultati della legge sono le 2354 famiglie che si sono viste aumentare l’affitto, anche del triplo o più, o negare la casa popolare. Purtroppo però nelle maglie del testo sono rimasti intrappolati anche cittadini indigenti (...)

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