da Milano
Le reazioni al piano industriale approvato giovedì dal consiglio dellAlitalia dividono in due il Paese. Da una parte cè il Nord, che considera il ridimensionamento di Malpensa un vero attacco alle regioni settentrionali, ai cittadini e al sistema delle impresa. Dallaltro, dichiarazioni diplomatiche dei politici romani: Fiumicino diventerà lunico perno sul quale girerà il traffico di Alitalia, e plaudere esplicitamente a questa decisione sarebbe inopportuno. Walter Veltroni, sindaco di Roma, si è detto «preoccupato per il piano industriale di Alitalia» e sulla questione dellhub, ha lanciato una proposta: «Il governo affidi a un advisor il compito di scegliere quale struttura industriale sia migliore per Alitalia tra Malpensa e Fiumicino». Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni - che da giorni ha avviato una strenua battaglia in defesa dello scalo varesino - ieri è arrivato a dire che il piano «è un attacco allItalia» spingendosi oltre: «Se Alitalia abbandonerà in parte Malpensa, le chiederemo di andarsene totalmente». Unico soddisfatto del piano, il ministro dei Trasporti Bianchi.
Cè forte preoccupazione anche sul fronte sindacale. Mentre i confederali si dicono consapevoli, pur con imbarazzo, che «si tratta dellultima occasione, ognuno faccia la sua parte» (documento unitario dal quale si è dissociato il Sdl), il piloti dichiarano guerra: ieri a Malpensa sono state cancellate alcune decine di voli, che seguono i 51 della vigilia, dal personale di Alitalia Express, la controllata «regional» che svolge soprattutto attività di apporto di passeggeri dalle province italiane allo scalo (il tipico modello «hub and spoke», quello che il piano intende cancellare). La stessa Az Express potrebbe venir ceduta.
I piloti, allarmati per le notizie sui tagli (si parla di un minimo di 150 piloti in esubero) applicano alla lettera, per protesta, il manuale di volo, senza alcuna «flessibilità collaborativa - spiega uno di loro - con la quale da anni veniamo incontro alle esigenze della compagnia». Uno sciopero bianco che ai passeggeri (le vittime) viene mascherato come «cause tecniche». Esempi? «Non partiamo se non abbiamo le carte meteorologiche aggiornate, come richiesto dai manuali di volo. La gran parte degli aeroporti di provincia non le consegna, e noi viaggiamo con quelle del volo precedente. Se le chiediamo, si provoca almeno unora di ritardo». Altro esempio: «Il regolamento dice che piloti e assistenti di volo devono effettuare i controlli in cabina una volta ultimate le pulizie. Per guadagnare tempo quasi sempre li facciamo prima che siano terminate. Ora non più».
Il piano è stato accolto con gelo dalla Borsa, dove il titolo Alitalia ha perso l1,46%. Da Air France e Lufthansa (alle quali «facciamo un regalone» dice Formigoni) nessun commento al piano, che tuttavia, ridimensionando la nostra compagnia, la rende molto più appetibile proprio per loro. Air One (Carlo Toto) ieri ha confermato il suo interesse, ma questo nuovo scenario non gli va incontro. Bruxelles ha fatto sapere che le decisioni di Alitalia di riduzione del traffico da Malpensa non violano norme comunitarie, ma la Regione Lombardia ha risposto, polemicamente, che ha parlato una fonte anonima e non interpellata.
In attesa dei dettagli del piano, che saranno varati dal cda del 7 settembre, la compagnia ha diffuso ieri i dati finanziari a fine luglio, come richiesto dalla Consob. La liquidità è ulteriormente scesa del 3,3%, a 592 milioni, mentre lindebitamento netto è cresciuto dell1,5% a 1,05 miliardi.
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