Politica

No alla scarcerazione, colpito da un malore

da Roma

Ha rischiato di morire in carcere Giulio Gargano, ex assessore assessore dei Trasporti della regione Lazio, arrestato il 7 luglio con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. L’altra notte Gargano è stato colpito da un malore nel carcere romano di Regina Coeli. Lo hanno salvato con il massaggio cardiaco, perché l’infermeria del carcere non dispone di un defibrillatore. Gargano, attualmente consigliere regionale di Forza Italia nel Lazio, aveva già richiesto per due volte, tramite i suoi legali, la scarcerazione. Ma, prima la Corte di Cassazione, poi il Gip di Roma, avevano respinto la richiesta.
I pm della capitale ipotizzano che Gargano abbia preso denaro da Anna Iannuzzi, nota alle cronache come «lady Asl»: è stata la manager della sanità a rivelare agli inquirenti di aver dato all’ex assessore circa 2 miliardi di vecchie lire per ottenere una convenzione di alcune Asl a favore di una sua società, la ITK Srl, attraverso due delibere regionali. Gargano, inoltre, avrebbe ricevuto in regalo dalla Iannuzzi anche una vacanza in Sardegna. L’esponente politico - prima legato ad An, ora passato a Forza Italia - ha sempre respinto le accuse.
«Troppo è stato detto o scritto sull’uso disinvolto della carcerazione preventiva e delle manette facili - ha dichiarato il deputato di Forza Italia Gabriella Carlucci - ma non posso tacere sulle difforme interpretazione che viene data alla legge e alla sua applicazione quando il presunto colpevole è di una certa estrazione politica.

Quanti esponenti della sinistra - si domanda la Carlucci - sono finiti in galera o hanno subito martellanti indagini?».

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