nostro inviato a L’Aia
«No grazie», dice l'Olanda alla nuova Costituzione europea. Per la verità il grazie, tanto usato anni fa dagli ecologisti contrari all'energia atomica, gli olandesi lo hanno voluto omettere. Secondo loro, nella Magna Charta giscardiana non ci sono neanche le buone intenzioni che animavano i fautori dell'energia nucleare. Un perentorio «nee» quello uscito ieri dalle urne elettroniche dei Paesi Bassi, che segue di tre giorni quello francese. Due grandi rifiuti di cui l'Europa deve tenere conto e di cui si parlerà al prossimo Consiglio dei ministri della Ue.
In Francia il no aveva raggiunto il 54,5%, in Olanda, arriva al 61,7%; fermi al 38,3% i voti favorevoli. L'affluenza è stata del 63%, più del doppio rispetto al 30% richiesto dal primo ministro, il democristiano Jan Peter Balkenende, per considerare la consultazione degna di essere presa in considerazione. La Costituzione di questo Paese dice infatti che il referendum non vincola il governo, il quale, dunque, in teoria, potrebbe far finta di niente e proseguire per la propria strada. I deputati olandesi avevano già approvato a larga maggioranza - anche con i voti di gran parte dell'opposizione - il documento che ieri è stato bocciato dal popolo. Ma appare evidente che l'esito di questo referendum non potrà essere ignorato.
Ora la Ue dovrà reagire al doppio no popolare. Quali le conseguenze in Olanda? La coalizione governativa - composta dai democristiani del Cda, dai liberali del Vvd e del D66 - aveva preventivato la sconfitta, annunciando che nulla sarebbe cambiato. L'esecutivo intende restare in carica fino alla scadenza della legislatura, tra due anni. Un dato è certo: gli olandesi non hanno detto no solo alla Grondwet (Carta fondamentale) della Ue anche alla compagine Balkenende.
Ieri, mentre era nel corso il referendum, l'ufficio statistico europeo Eurostat ha annunciato che in aprile i Paesi Bassi sono stati il terzo Paese della Ue in cui la disoccupazione è cresciuta più velocemente. E sebbene il tasso complessivo, all’8,9%, resta inferiore alla media europea, il quadro è preoccupante, come ha evidenziato, proprio alla vigila della consultazione, l'autorevole Consiglio dei consulenti economici che ha criticato il governo. Il premier Balkenende è sotto tiro per non essere abbastanza duro sul controllo dell'immigrazione. Alcune sere fa, in Tv, il primo ministro, in palese difficoltà su questo tema, ricordava che ci sono Paesi con le frontiere troppo permeabili. E ha citato anche l'Italia. Argomentazioni giudicata debole dagli oppositori alla Costituzione europea che hanno cavalcato la questione-stranieri.
Il rifiuto emerso dal voto di ieri segna una slabbratura tra Parlamento e popolo. L'80 per cento della Camera dei Deputati - compresi i laburisti all'opposizione - aveva approvato la Costituzione. I piccoli partiti, sia di destra che di sinistra, contrari al Sì sono riusciti a convincere la maggioranza del Paese della bontà delle loro motivazioni e hanno di fatto delegittimato la coalizione di governo e i laburisti. Questa la ragione per cui chiedono con insistenza le dimissioni dell'esecutivo e del capo socialista Wouter Bos. Balkenende era stato bocciato anche in un altro referendum tenutosi martedì, non vincolante ma indicativo. A votare erano stati chiamati 50mila studenti di 150 scuole di tutto il Paese. Il risultato: il 69,9 % contro la Carta, il 30,1 in favore.
Quella di ieri è stata la prima Consultazione popolare nella storia dei Paesi Bassi. Welka Halsema, la leader dei Verdi Socialisti ha proposto che venga modificata la Costituzione olandese rendendo vincolante l'istituto del referendum. La richiesta potrebbe essere esaminata già oggi, giorno in cui riprende l'attività parlamentare, che era stata sospesa la scorsa settimana per la campagna referendaria.
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