«Noi dissidenti? In tanti sono dalla nostra parte»

RomaSottosegretario Guido Crosetto, com’è andato l’incontro con Angelino Alfano?
«Bene. Abbiamo approfondito alcuni temi sollevati da molti esponenti del partito».
Alfano ha accolto i desiderata di voi frondisti?
«Macchè “frondisti”. Il mio è stato un incontro di una persona con il vertice del suo partito per esprimere delle idee».
Beh, risultato?
«Il momento clou sarà domani (oggi per chi legge ndr) con l’incontro del direttivo del gruppo».
Già oggi siete in grado di presentare un pacchetto di emendamenti alla manovra?
«Continua a parlare al plurale come se fossi un esponente di un sottogruppo... Dico che io, personalmente, sono per un intervento drastico sulle pensioni: niente scalini e scaloni. Innalzamento immediato per equipararle agli standard europei. Si va a riposo a 63 anni».
Poi?
«Beh, trovo meno depressivo un intervento sull’Iva rispetto al contributo di solidarietà che a mio avviso è da cancellare. Perché il vero problema è di fondo».
Vale a dire?
«Dobbiamo approfittare di questo momento per fare quello che abbiamo sempre voluto fare».
In merito a cosa?
«Riformare lo Stato. Se non mettiamo in cantiere la cura dimagrante dello Stato, se non tocchiamo gli apparati, non si va da nessuna parte. Dobbiamo ridurre il mammuth della pubblica amministrazione».
Ma questo non è nella manovra...
«No, ma dobbiamo cogliere l’occasione della crisi per farle queste cose. Allo stesso modo, io sarei per una nuova visione del mondo del lavoro: dare la possibilità di licenziare».
In quanti la pensano così nel Pdl?
«Tanti, tantissimi. Forse tutti. Ma soprattutto la pensa così Berlusconi. Fa parte del suo e del nostro Dna. Diciamo che è lui che ci ha contagiati».
Cose sempre dette ma mai fatte, però...
«Sì ma oggi, che è il tempo del sacrificio, può essere anche quello della rinascita. Questo ci chiedono i mercati. Questo ci chiede il mondo».
Altro tema urgente?
«Dimezzare i parlamentari. Che è nella stessa logica della cura dimagrante allo Stato».
Su quali punti Alfano è parso più aperto?
«Alfano è aperto al metodo. Non penso che tutte le cose che le ho detto possano avere ospitalità ma molte sì. Sarà lui a fare una sintesi».
Privatizzazioni: vendere. Ma che cosa?
«In primis, da buon cuneese le dico: vendere ma non svendere. Poi, io venderei tutto».
Come tutto?
«Tutto quello che non è Stato. Lo Stato fa l’imprenditore perché si è deciso che lo faccia. Ma non è mica obbligatorio, no?».
Molte sue proposte si scontrano con i niet della Lega. Non c’è il rischio che salti tutto?
«Non credo. E poi, per adesso, il “no” più duro è solo sulle pensioni, sugli altri temi citati il Carroccio la pensa allo stesso modo. Anche perché il popolo della Lega è il primo a dire le cose che le ho detto io».
Pensioni: il Carroccio cederà?
«Mi auguro che abbandonino il pregiudizio».
Fino a ora la quadra la trovavano Bossi e Berlusconi. Ma il Senatùr controlla ancora la Lega?
«Ha sbagliato domanda. Bossi “è” la Lega. In ogni caso sia Berlusconi che Bossi sono due grandi mediatori. Lo faranno anche questa volta».


Se l’appoggio alla manovra non arrivasse dal Carroccio ma dal terzo polo?
«Sarebbe distruttivo per la maggioranza. Sarebbe come accettare la caduta del governo. Anche se alcune proposte dell’Udc o del senatore ex Pd, Nicola Rossi, credo vadano prese in considerazione».

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