Pochi protagonisti della letteratura noir nordica sono stati longevi quanto il detective Varg Veum, creato da Gunnar Staalesen nel 1975 e protagonista fino a oggi di una ventina di romanzi, oltre che di alcuni film e serial televisivi di successo. Dopo essere apparso fugacemente nella collana dei Gialli Mondadori, Staalesen da qualche anno è il fiore allocchiello dei nuovi noiristi editi da Iperborea. Sono usciti in sequenza: Satelliti della morte, Tuo fino alla morte e il recentissimo La donna nel frigo (pagg. 180, euro 15,50).
Di queste storie è protagonista un originale investigatore di nome Varg Veum (in antico scandinavo significa «lupo solitario»), un personaggio che, per il suo istinto di sfuggire dal branco, ha spesso comportamenti «da fuorilegge», visto che mal si adatta al sistema societario vigente nel suo Paese. Veum da giovane è stato addetto ai servizi sociali e ha imparato così ad ascoltare le richieste daiuto degli emarginati, e una volta diventato detective si è dimostrato capace di far rispettare la giustizia a tutti i costi. Staalesen ha confessato che per creare il suo eroe ha imparato la lezione di Raymond Chandler e Ross MacDonald, modellandolo sulle figure di icone come Philip Marlowe e Lew Archer, ma «dovendo regalargli degli incubi - ci racconta lautore norvegese - ho scelto di lasciarlo in balia degli Spettri di Ibsen».
In particolare ne La donna nel frigo, il private eye di Bergen si sposta sulla costa norvegese a Stavanger, piccolo paesino che dalla scoperta di un giacimento di petrolio ha visto il proprio mare invaso da piattaforme di trivellamento. E loro nero ha prodotto allo stesso tempo ricchezza e corruzione. Si sono moltiplicate le case da gioco e i bordelli e affaristi senza scrupoli e criminali incalliti hanno trovato territorio fertile. La scomparsa del tecnico petrolifero Arne Samuelsen sembra dar luogo a unindagine di routine per Veum, fino a quando il detective non scoprirà il cadavere di una donna fatta a pezzi nel frigo della casa delluomo. Il malessere sociale descritto nel libro corrisponde al sintomo di una corruzione dei costumi che Staalesen ha visto emergere. «La scoperta del petrolio - spiega - ha cambiato la Norvegia moderna. Certo, non eravamo una nazione povera quando abbiamo trovato loro nero nel Mare del Nord. La Norvegia era già uno stato moderno e con un forte sistema di welfare... Ma il petrolio ci ha inseriti tra le nazioni più ricche del mondo. Oggi siamo ancora una società moderna, ma qualcosa è cambiato, purtroppo alcuni sono diventati più egoisti, in qualche modo più simili agli americani...». E questo irrita Staalesen: «Sono orgoglioso di vivere in una società europea improntata al welfare e non in un Paese in cui se ti ammali è la fine. Ma non mi piace il modo in cui certe persone oggi ostentano la propria ricchezza, fatto davvero strano, quasi inaccettabile, per la società norvegese di un tempo».
A renderlo orgoglioso è invece che la Norvegia sia la vera patria del giallo nordico: «È probabile che gli svedesi ma anche i danesi non siano daccordo, ma non cè dubbio che il primo grande scrittore di gialli proveniente dai paesi nordici fu Stein Riverton (pseudonimo di Sven Elvestad).
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