«Le nomine di Intesa le fa il consiglio»

Il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, sceglie la platea degli azionisti riuniti in assemblea a Torino per allinearsi con la Fondazione Cariplo e lanciare un messaggio forte e chiaro alla Compagnia di San Paolo: la decisione sul nuovo consiglio di gestione della banca sarà presa dal cds in piena indipendenza e autonomia. E lo fa il giorno dopo il ritiro, a sorpresa, di Domenico Siniscalco dalla corsa per la presidenza del cdg. Sostenuto dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, dal sindaco di Torino Sergio Chiamparino e dal presidente del Piemonte Roberto Cota, Siniscalco era il principale candidato dell’ente guidato da Angelo Benessia, cui, stando ai patti non scritti stipulati all’epoca della maxi fusione tra Banca Intesa e il San Paolo, spetterebbe appunto la scelta del presidente del cdg. E proprio sulla nomina del nuovo organo e del suo presidente, Bazoli, in una lettera agli azionisti di cui ha letto alcuni passaggi in assemblea, ha ribadito che «resta impregiudicata la piena autonomia del cds nel valutare qualsiasi informazione che possa risultare utile ai fini dello svolgimento delle proprie funzioni».
Insomma, le decisioni devono essere prese senza condizionamenti politici di sorta. Tanto che, rispondendo a un azionista, Bazoli ha tenuto a evidenziare i benefici raggiunti sul piano della separazione tra politica e banche con la riforma Amato. «Non è stata solo favorita la ristrutturazione e razionalizzazione del sistema - ha detto - ma le fondazioni hanno rappresentato al meglio il necessario diaframma tra la sfera pubblica e le aziende bancarie, intese come imprese». Dopo l’uscita di scena dell’ex ministro del Tesoro, sembra essere rimasto in corsa per la presidenza del cdg soltanto il professore della Bocconi, Andrea Beltratti, altro nome - inizialmente apparso meno forte - scelto dalla Compagnia insieme con quello di Siniscalco. Anche se a Torino non si esclude una riconferma di Enrico Salza. I prossimi giorni saranno decisivi, visto che il cds si riunirà martedì. Ma la riconferma di Salza suonerebbe come una tale sconfessione di Benessia che non sono escluse nemmeno le sue dimissioni. Richieste, per altro, sia dalla destra, sia dalla sinistra torinese.
L’assemblea di Intesa ha nominato il cds per il prossimo triennio, confermandone Bazoli alla presidenza e la composizione in 19 membri: dieci sono stati eletti dalla lista presentata dai primi due azionisti, Compagnia e Cariplo, 4 dalla lista congiunta di Cr Padova e Rovigo, Cr Firenze e Cr Bologna, mentre 2 sono espressione di Generali, 2 di Assogestioni e uno del Credit Agricole. I soci hanno inoltre approvato la distribuzione di un dividendo di 8 e 9,1 cent rispettivamente per le azioni ordinarie e risparmio. Tale proposta, ha detto Bazoli, «è stata valutata dal cds tenendo conto della raccomandazione di Banca d’Italia», più volte intervenuta per invitare gli istituti di credito a tenere fieno in cascina. Bazoli ha spiegato che la patrimonializzazione risulta «adeguata» al punto che «non è necessario un aumento di capitale». Anche perché, ha sottolineato il consigliere delegato di Ca’ de Sass, Corrado Passera, l’anno in corso sarà «meno difficile del 2009» e consentirà di raggiungere un utile netto «leggermente superiore».

Passera ha chiarito che il calo del tasso euribor «ha portato la banca a perdere, con un effetto combinato su impieghi e raccolta, circa 2,5 miliardi, somma che noi vorremmo recuperare con il rialzo dei tassi di interesse, quando ci sarà». Ossia - prevedono gli esperti - a fine 2010, inizio 2011.

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