«Non aprite quel cancello o sarà il caos»

VITA NOTTURNA Residenti sul piede di guerra. La petizione degli abitanti di San Lorenzo: «Troppa sporcizia, chiudete anche il sagrato della basilica»

«Non aprite quel cancello o sarà il caos»

«Togliere o aprire la sera la cancellata del parco delle Basiliche? Un’assurdità. I cittadini del quartiere stanno firmando una petizione per chiudere sagrato e dintorni della basilica di San Lorenzo. Le notti di movida lasciano vomito, urina e bottiglie rotte». Elegante, Giordana Monateri passeggia con il marito Carlo. Ha già sentito di qualche voce che corre sull’argomento a palazzo Marino. Proprio ieri l’assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, ha dichiarato: «Apriremo la sera la cancellata oltre le 22 per fare spettacoli e eventi culturali». Qualcuno si è chiesto: ma non sarà una scusa per lasciarli sempre spalancati? E se così fosse, cosa accadrebbe? «Quello che succede davanti a San Lorenzo - continua la signora Monateri -, dove ci sono recinzioni mobili inservibili. Sarà costoso istallare e togliere questo tipo di protezione, come provvedere alla pulizia dello sporco accumulato nelle notti di baldoria». Sono le quattro del pomeriggio in mezzo al verde dei giardini a fianco delle Colonne. I bambini si rincorrono al parco giochi, le mamme telefonano, i giovani distesi al sole si scambiano baci, un barbone sonnecchia sulle panchine.
E’ quasi Ferragosto, i parchi milanesi sembrano spiagge. E dalla battigia in genere si pretende pulizia, tranquillità, bellezza. Nessuno andrebbe su un lido pieno di cocci di vetro o qualche altro regaluccio pungente, indesiderato. E’ vero che il «giardino» delle Basiliche forse si è un po’ spento, ma anche questo è relativo. «Mi ricordo quando ci si trovava qui la sera, molti anni fa - racconta Francesca B. -. Era un’altra vita, ma c’era il suo aspetto negativo. La zona era meno sicura. Tutto sommato la cancellata è stata provvidenziale. Il giardino è cambiato, d’altronde anche il quartiere ha subìto una trasformazione. Intorno a qui c’erano scuole che ora non ci sono più». Allora, meglio la certezza di un luogo sereno che l’incertezza di uno spazio vivace ma senza scudo allo sgradevole imprevisto.
«Eliminare le inferriate non sarebbe sbagliato - confessa Lorenzo Ravasi - ma con la garanzia di dare l’avvio a un’area videosorvegliata». Se le telecamere funzionano per segnalare le automobili inadempienti alle regole della circolazione, perché non metterle anche a servizio della tutela e della pulizia di un parco? «Tra l’altro altre aree verdi la sera non solo vengono difese da cancelli - nota Giuseppe Frezza - ma anche pattugliate dalle macchine di vigilanza. La cancellata resti e passi anche un’automobile della polizia». Donata Giorgetti ha un laboratorio di restauro nella zona. Per andare al lavoro attraversa il parco. Di fronte al dubbio chiavistello sì, chiavistello no, «sono combattuta - risponde -. La protezione ha pulito questo spazio, ma nessuno si è mai preso la briga di andare a vedere cosa accade sotto i portici di fronte.

Molti ci bivaccano, fanno la pipì e tutte le altre cose che un tempo facevano sull’erba». Insomma: la sicurezza di un luogo avvia l’insicurezza in un altro. Ma intanto è un fatto che l’erba vicina alle Colonne è di certo più verde di un tempo.

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