«Non lasceremo solo il premier»

«Finora ci siamo sacrificati per la coalizione e per portare a termine le riforme. Ora vogliamo far sentire la nostra voce e manifestare l’orgoglio di appartenere a Forza Italia». Sandro Bondi battezza l’«operazione Verità» sui risultati dell’esecutivo. Ma soprattutto annuncia il rilancio in grande stile di un «brand», quello di Forza Italia, spesso offuscato in nome della disciplina di governo. Il partito-coalizione, insomma, torna alla sua dimensione «individuale». Senza per questo accendere logoranti competizioni con gli alleati.
Onorevole Bondi, quali saranno le fondamenta di questa operazione verità?
«Ricorderemo a tutti le 24 grandi riforme realizzate dal governo e spiegheremo come andranno a influire sulla vita dei cittadini. I gazebo presenti nelle 500 piazze d’Italia saranno i nostri presidi di verità. Faremo assaporare ai nostri cittadini il gusto della verità».
Con la nuova legge elettorale verrà a mancare la spinta propulsiva dei candidati nei collegi maggioritari. Forza Italia riuscirà a tenere testa a partiti storicamente forti sul territorio?
«Forza Italia è un partito che nasce dalla generosità di Silvio Berlusconi ma anche da una grande passione politica e civile di tanti cittadini: quella per la libertà. Il partito è vivo più che mai e dovrà trasformarsi in una corazzata capace di affrontare il mare e le tempeste».
Qual è la richiesta che più spesso i vostri elettori vi rivolgono?
«Ci chiedono di essere protagonisti di un impegno per il cambiamento. Ci chiedono di non lasciare solo Silvio Berlusconi. Ci chiedono di non mollare».
È soddisfatto del comportamento degli alleati in questa prima parte di campagna elettorale?
«Quel che è certo è che noi non faremo gli errori che hanno compiuto alcuni nostri amici e alleati in queste settimane. Sapremo salvaguardare il bipolarismo e le ragioni del proporzionale, i principi della laicità e della fede religiosa, nell’ambito di un confronto alto e all’insegna della cultura della vita».
Berlusconi dice ai moderati: «Ora non si scherza più, bisogna mobilitarsi».
«Tutti devono aver chiaro che la posta in gioco è alta. Gli italiani sanno che l’unico uomo che, per il suo coraggio, la sua perseveranza, il suo slancio ideale, può riformare il nostro Paese è Silvio Berlusconi».
Ma l’Italia è davvero un Paese che ha il coraggio e la volontà di cambiare?
«Io credo di sì e lo dimostrano le persone che si stanno mobilitando in queste ore. Altro che partito di plastica. C’è la necessità di proseguire lungo la strada del rinnovamento. E c’è solo il centrodestra può farlo. Ci sono ancora tante cose da fare.

C’è bisogno di un ulteriore rinnovamento delle classi dirigenti e di un’etica pubblica nuova a cui possano aderire laici e cattolici. C’è bisogno di coerenza tra le parole e i comportamenti. La vera rivoluzione di cui ha bisogno l’Italia è una rivoluzione liberale».
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