«Non me ne vado Lettieri non era il mio candidato»

Allora onorevole Nicola Cosentino, che fa, si dimette?
«Non ci penso proprio perché le cose qui non sono andate poi così male».
Ha voglia di scherzare?
«Da quando guido il Pdl in Campania abbiamo preso la Regione, governiamo oltre 200 comuni e 4 province su 5, pure Caserta è nostra. Perdere Napoli ci può stare».
Non dirà sul serio.
«Dico dico. E poi non capisco; c’è qualcuno che ha chiesto un mio passo indietro?».
Il primo è stato Bocchino...
(risata fragorosa) «Ma chi, quello che è riuscito a far scomparire Fini dalla vita politica? Quello che sta in un partito ridotto a percentuali da prefisso telefonico? Quello che ogni volta che può dà del camorrista al sottoscritto quando è stato eletto lui a Casal di Principe?».
Ci spiega come avete fatto a perdere una partita che sembrava già vinta?
«Al primo turno c’è stata una convergenza di interessi di determinati poteri locali e nazionali per impedire al centrodestra un successo che davamo per scontato. Ci ha sorpreso l’Udc che su Napoli ha rivendicato la sua autonomia nel Terzo polo dimenticandosi che nel resto della regione è nostra fedele alleata. Vedere il partito di quel Lorenzo Cesa perseguitato da De Magistris, appoggiare sotto traccia l’ex pm è una cosa che ha avuto il suo peso. Come del resto la frammentazione delle liste. Al ballottaggio si sono ricompattati tutti: De Magistris, Pd, Terzo polo. Era impossibile vincere».
De Magistris, da solo, vi ha distrutto.
«Una parte minoritaria di napoletani (è andato a votare solo il 45 per cento della città) ha pensato di vedere in lui l’uomo della Provvidenza capace di spazzare via la monnezza e la brutta politica, che poi è la stessa che adesso lo appoggia. Ha interpretato la voglia di cambiamento mentre noi abbiamo fatto la campagna elettorale ammiccando ai voti di Bassolino & Co, di cui la gente ha le palle piene».
Un suicidio calcolato.
«Quando voti con l’immondizia in mezzo alla strada i cittadini pensano che la colpa sia del governo Berlusconi quand’invece è tutta degli amministratori locali. Non siamo riusciti a far passare questo messaggio e siamo stati puniti».
È notorio che Lettieri è una sua creatura. Non c’era proprio un altro candidato?
«Lettieri non è assolutamente una mia creatura, non l’ho imposto io e anzi, per certi versi, l’ho pure subìto».
Ecco, ora che ha perso, lo scarica. Non è bello.
«Ci mancherebbe. Quella di candidare Lettieri è stata una decisione del partito che da buon soldato ho condiviso e alla cui causa mi sono dedicato facendo campagna elettorale a tempo pieno a differenza di qualcuno che s’è visto solo perché interpellato per un’intervista. Già quando si parlò di Lettieri candidato per la Regione espressi delle riserve. È una bravissima persona, ma pensavo più a gente del territorio, espressione della politica napoletana, come Martusciello o Taglialatela. Per De Magistris sarebbe stata più dura».
Visto che lei è comunque sotto processo per camorra non era forse il caso di essere ancora più defilati?
«Hanno usato questa storia di Lettieri-Cosentino in modo spregiudicato e strumentale in mancanza di altri argomenti. Vengo rappresentato come il Male Assoluto quando siamo lontani anni luce da una sentenza di primo grado. Debbo riconoscere che lo slogan di De Magistris ha funzionato anche se non riesco a comprendere come mai non abbia funzionato quando abbiamo stravinto alle provinciali e alle regionali».
La sensazione, palpabile, è che non tutti, nel Pdl, abbiamo lottato per vincere.
«La sensazione è forte, sì. E adesso che la sconfitta è sotto gli occhi di tutti mi aspetto anche che qualcuno provi a farmi le scarpe».
Fuoco amico. Oltre a Caldoro e qualche ministro chi ha remato contro?
I ministri “campani” non si sono visti al contrario di altri che ci hanno messo la faccia. Più che di Caldoro lamento un’assenza delle istituzioni che hanno permesso lo status quo dello scempio dell’immondizia. Se non ci fossero stati i rifiuti De Magistris sarebbe ancora al Parlamento europeo e non parlerebbe di lotta alla camorra. A proposito: nei quartieri dove la densità camorristica è alta, l’ex pm ha fatto il pieno. Se in quegli stessi posti avessimo vinto noi cosa avrebbe detto il nuovo Masaniello? E comunque io sono ottimista…».
Ottimista? Ottimista di che onorevole?
«Vedrete. Le vittorie di De Magistris e Pisapia, tempo sei-sette mesi, si riveleranno un boomerang letale per il centrosinistra. E in vista delle prossime elezioni politiche saranno il miglior biglietto da visita per il Pdl.

Davvero lo voglio vedere De Magistris che risolve la metastasi dei rifiuti con la raccolta differenziata. Lui è l’espressione delle sue stesse inchieste: tante chiacchiere, pochi fatti. Oggi ha vinto, ma presto perderà la faccia. I napoletani li freghi una volta sola. Accà nisciuno è fesso».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica