Non paga la lucciola. Lo rapiscono e lui telefona alla mamma

Quella che era iniziata come una ripicca nei confronti della convivente, con cui aveva litigato, si è trasformata in un incubo per Fabio, un camionista residente in provincia di Savona.
L’uomo dopo aver avuto un rapporto con una prostituta ed essersi reso conto di non avere abbastanza soldi per pagarla è stato sequestrato per un giorno intero dai protettori albanesi che l’hanno portato a Milano. È stato infine liberato dai carabinieri del Nucleo investigativo del capoluogo lombardo. La vicenda inizia lunedì scorso. Fabio, 45 anni, litiga con la sua convivente e va via di casa. Gira per bar fino a quando non arriva a Genova e vicino al porto abborda una prostituta italiana di 28 anni che poi porta in una locanda. Lì consuma un rapporto sessuale e le chiede di restare con lui tutta la notte. Il conto che la donna gli chiede al mattino è di mille euro, ma lui dice di non avere tutti quei soldi. La donna lo accompagna in banca, ma anche lì non riesce a prelevare il contante. La prostituta avverte quindi il protettore, Etmond Frangu, 29 anni albanese che raggiunge i due. «Hai passato la notte con mia moglie - dice l’albanese mentendo - e se non mi paghi facciamo del male alla tua famiglia, sappiamo tutto di te».
A schiaffi lo costringe a consegnare le chiavi della sua auto, una «Lancia Delta» e si mette alla guida con la donna e l’autotrasportatore, in viaggio verso Milano dove vengono raggiunti da un altro albanese, Dritan Krosi, 29 anni, che si unisce alla banda. I tre decidono di chiedere un riscatto alla famiglia e contattano la convivente dell’uomo chiedendole 2mila euro. La donna dopo la telefonata denuncia tutto ai carabinieri di Albenga che dai primi accertamenti capiscono che il gruppo si sta muovendo verso Milano e avvisano i colleghi in Lombardia. Intanto, visto che i sequestratori ritengono di aver fatto un buco nell’acqua con la convivente, provano con la madre dell’uomo che fanno chiamare dal figlio ormai «in totale stato di sudditanza psicologica». L’uomo supplica la mamma settantacinquenne di pagare e le dà appuntamento per le 16 vicino a casa, nella zona di Biassono. L’anziana si presenta e ad attenderla trova la prostituta, ma è tale l’agitazione che quando mette le mani nella borsetta non riesce a trovare il denaro che, sfortuna vuole, è finito sotto la fodera che era scucita. Sono momenti drammatici, gli albanesi si sentono presi in giro e addirittura per un attimo temono una trappola, poi per fortuna si calmano. La prostituta allora dice all’anziana che la mattina seguente deve fare un bonifico attraverso la Western Union. Così Fabio, sempre più disperato, viene portato in auto in un bosco della zona dove passa la notte insieme con i suoi rapitori. La mattina seguente la pensionata si reca in Posta dove cerca di effettuare il bonifico ma non ci riesce. Così decide di fare un vaglia alla convivente del figlio che, una volta ricevuto il denaro, a sua volta lo gira alla Western Union così come indicato dai balordi albanesi. Nel frattempo i carabinieri hanno individuato attraverso il traffico telefonico la zona in cui si trovano i rapitori e vi si recano in forze, tanto che intercettano la Lancia Dedra pochi minuti dopo che i rapitori, con la carta d’identità di Fabio, hanno appena intascato il riscatto in una filiale di Sesto San Giovanni (Milano) dello storico istituto di money transfert. Intorno alle 10.

30 del 28 ottobre scattano le manette ai polsi della donna (che nelle tasche ha i 2mila euro) e Frangu, che vengono bloccati nell’auto dai carabinieri e non oppongono resistenza. Poco minuti dopo viene arrestato anche Krosi, agguantato dai militari mentre cerca di scavalcare un cancello dopo un tentativo di fuga lungo poche centinaia di metri. Per Fabio è la salvezza.

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