«Non sarò un castigamatti, tutti garantiti»

(...) Sono naturali cambiamenti interni, soprattutto quando si ha l’incarico di amministrare la più importante provincia italiana».
Qualcuno la dipinge come un castigamatti chiamato per rimettere ordine nel partito.
«Cerco di fare il mio dovere, credo molto nel Popolo della libertà, nel progetto e negli obiettivi. Dobbiamo dare una mano al Presidente e al suo impegno. Non sono il castigamatti di nessuno, c’è uno statuto e regolamenti a cui tutti dobbiamo attenerci. Il Pdl può dare un impulso importante per modernizzare il Paese».
A proposito di statuto, quando prevede che si svolgeranno i congressi?
«Saranno aperti direttamente dall’ambito nazionale. Noi naturalmente spingeremo perché si facciano il più presto possibile, perché la democrazia interna è il sale della vita di un partito. Siamo in prossimità delle elezioni ed è complesso, ma certo entro l’anno ci impegneremo nei congressi e nel rinnovamento dei coordinamenti comunali e provinciali».
Ha già in mente i criteri per le elezioni comunali?
«Useremo criteri di buonsenso come abbiamo sempre fatto: per questo abbiamo stravinto anche nelle città rosse da sempre. Saranno ricandidati tutti coloro che hanno ben lavorato e hanno assicurato una presenza costante. Vorrei che si desse spazio alle donne e ai giovani: per loro i consigli comunali devono essere una palestra per formarsi e per crescere. Ci sono regole statutarie, saranno i coordinatori cittadini per fare le proposte e le sedi regionali per convalidare le liste».
Lei sarà affiancato da un ufficio di presidenza. Che ruolo avrà?
«È un Tavolo strategico per noi molto importante, di indirizzo per le grandi scelte politiche. È importante che la Lombardia trovi la dimensione nazionale che non sempre le viene riconosciuta. Ho concordato con Berlusconi e con i coordinatori di allargare il tavolo a tutti i ministri lombardi, La Russa, Gelmini, Romani, naturalmente Brambilla, Fazio e Tremonti, che ho appena sentito ed è molto contento di poter partecipare».
Solo ministri al Tavolo lombardo?
«Ne faranno parte i ministri, i sottosegretari, poi Podestà Moratti Formigoni. La Regione è popolata da dieci milioni di abitanti: abbiamo bisogno dell’adesione di tutti, a partire dal presidente del consiglio, che è un lombardo, e che penso di invitare nelle prossime assemblee. È iscritto al Pdl in Lombardia e da noi vale la residenza».
La Lega è un alleato ma anche un avversario elettorale. Quali saranno i rapporti?
«Con la Lega abbiamo un ottimo rapporto, sono i nostri migliori amici di coalizione, molto affidabili. Naturalmente abbiamo un rapporto dialettico, ma razionalmente noi tutti del Nord siamo un po’ leghisti, anche se col cuore e con la responsabilità siamo con il Pdl che raccoglie moderazione, esperienze storiche del passato, tradizione. Da noi non ci sono quegli estremismi che si possono notare altrove. Il Pdl si differenzia non tanto per i contenuti ma per il senso di responsabilità di governo. Siamo per l’unità d’Italia e rappresentiamo tutte le regioni del Paese».
Il caso Minetti ha portato turbolenze in consiglio regionale: c’è chi ne chiede le dimissioni.
«Non sto chi stia chiedendo le dimissioni. Credo che debba proseguire il suo impegno, è stata eletta e sta lavorando con grande impegno. Si sta battendo per le professioni sanitarie, mi dicono che sia sempre presente. Non la conosco personalmente ma ho parlato con il capogruppo in Regione, mi dice che è un buon esempio di lavoro in consiglio. Per il resto, le questioni personali non devono riguardare la politica. Se i magistrati avranno da obiettare lo faranno nelle sedi opportune, anche se sono convinto che la privacy sia un diritto sacrosanto da rispettare».
Da sindaco ha concesso la cittadinanza onoraria di Arconate alla madre di Silvio Berlusconi. Ci racconta come è andata?
«Ha fatto da madrina dell’inaugurazione della piazza più importante del mio paese, che si chiama piazza Libertà. È venuta nonostante sofferenza e difficoltà, è rimasta tutta sera con noi, ho apprezzato lo sforzo di questa mamma quasi centenaria che per amore del figlio ha fatto questo sforzo immenso.

Ho chiesto alla popolazione di Arconate, che era praticamente tutta presente in piazza, se erano d’accordo e c’è stato un sussulto di gioia da parte di tutti. Il 3 febbraio, a tre anni dalla scomparsa, ricorderemo la nostra cittadina onoraria. Il tempo scorre, speriamo che porti armonia».

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