«È un equivoco, tutto verrà chiarito»: così si sarebbe espresso con le persone che gli sono vicine il magistrato genovese accusato da un vicino di casa di aver causato un danno alla serratura del suo appartamento, riempiendola di colla. Una querelle da dirimpettai di pianerottolo. Il magistrato - sostituto procuratore generale, conosciuto per serietà e mitezza, che si è occupato di importanti processi, tra cui quelli del G8 - avrebbe ripetuto più volte di non essere stato lui a compiere il gesto vandalico, cioè a spalmare di mastice la serratura. Intanto, in Procura continuano a sottolineare che le immagini del filmato - realizzato da una telecamera installata dallo stesso denunciante - sono poco chiare e tanto sfocate da non consentire di riconoscere con precisione la fisionomia della persona. Nella denuncia si farebbe presente anche il fatto che non si tratta del primo atto vandalico, poiché in passato già un paio di volte sarebbero accaduti fatti analoghi. Proprio per questo, sulla porta dingresso del denunciante sarebbe stata montata anche una apparecchiatura specifica, volta ad impedire che la colla potesse far danno. Il magistrato in questione avrebbe appreso dai giornali del caso, non avendo ricevuto alcun atto giudiziario.
Ad ora, infatti, trattandosi di un magistrato della Procura di Genova, gli atti sono passati direttamente alla Procura di Torino e sarà quel distretto giudiziario ad aprire un fascicolo e avviare indagini, che al momento risultano ferme. Prima di tutto, comunque, sarà visionato il filmato associato alla denuncia.«Non sono io il vandalo ripreso dalla telecamera»
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