Nonni in vacanza? Se li porta il Comune pagano il doppio

La celeberrima canzone «Torna a Surriento», non è, come forse i più credono, una canzone d'amore. Anzi lo è. Ma trattasi di amore interessato, e non per una donna, bensì per un uomo.
A scanso di equivoci (equivoci gay) ne riassumo la storia. Nel 1902, l'allora Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli, si recò in visita ufficiale a Sorrento. Si stabilì in un lussuoso albergo, in cui lavorava il poeta, pittore e musicista Giambattista De Curtis. Agli inizi del secolo, Sorrento se ne cadeva (quasi) a pezzi, pur restando una delle città più belle del mondo. Strade rotte, case sgarrupate (fatiscenti), servizi pubblici pressoché inesistenti. Per invogliare l'uomo politico a far qualcosa per la città (e a farla presto), De Curtis scrisse in quattro e quattr'otto le parole di quella che sarebbe diventata una delle canzoni più famose del mondo. La musica fu composta dal fratello Ernesto, che creerà di lì a qualche anno altri celebri motivi, fra cui «Voce 'e notte», «Tu ca nun chiagne», «Non ti scordar di me».
La canzone fu cantata per la prima volta il 15 settembre 1902, all'Hotel Tramontano, donde si gode uno spettacolo impareggiabile del golfo. Ora, a distanza di 108 anni, un altro hotel di Sorrento e altre municipalità napoletane tornano a far parlare di sé, di nuovo per questioni d'amore, amore non del tutto disinteressato, sembrerebbe. La storia è questa. Le Circoscrizioni di San Lorenzo, Vicaria, Poggioreale e Zona Industriale, in Napoli, hanno organizzato (con delibera approvata dai voti di maggioranza di centrosinistra, e l'«appoggio» di due consiglieri del centrodestra) una settimana di soggiorno a Sorrento per anziani e disabili, soggiorno da tenersi alla fine di settembre. Viaggio e pernottamento (in hotel 4 stelle) non sono però gratuiti. I vecchietti dovranno versare un «contributo» di 300 euro a testa, pari a circa la metà del prezzo (650 euro) che l'albergo chiede per una pensione completa.
Ora, dov'è l'inghippo, anzi l'assurdo? Prima di tutto, la scelta del periodo di vacanze da parte delle municipalità. A fine settembre, inizi d'ottobre, Sorrento è spazzata, per lo più, da un vento fastidioso, quando non gelido, vento che a momenti ricorda quello che soffia a Parigi. I nostri nonni, per quanti arzilli (e non mi pare che lo siano) rischiano pericolose infreddature. Io stesso ne presi una, quando, in occasione di un premio, giocai una partita di pallone tra Artisti e Parlamentari (noi artisti eravamo allenati da Claudio Ranieri. Il sottoscritto rimase in campo 10 minuti per eccesso di starnuti. Per la cronaca: abbuscàmmo (le prendemmo) di brutto). Secondo: lo stesso pacchetto alberghiero, nel mese di agosto (cioè in altissima stagione) viene a costare tra i 410 e i 480 euro.
Da dove piovono questi 650 euro a stagione turistica pressoché terminata? Infine il paradosso: se i vecchietti si organizzassero da soli, se cioè alzassero la cornetta del telefono o si collegassero via internet con l'albergo, e prenotassero per conto pronto, verrebbero a pagare (molto) di meno.


Ho tuttavia paura che se gli anziani, forti di queste ragioni, dovessero dire no alle municipalità, l'albergo attaccherebbe in coro i versi della canzone di De Curtis: «Ma nun me lassà/Nun darme stu turmiento!/Torna a Surriento/Famme campà!». Già: famme campà...

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