Nostra Signora degli Ardenti

Francia. La notte del 24 maggio 1105 il cavaliere-menestrello Itier de Tirlemont, nel Brabante, ebbe in sogno la visione di una Signora vestita di bianco che lo invitava a recarsi nella vicina Arras dal religioso padre Lambert. Doveva dire a quest’ultimo di mettersi in preghiera e attendere la vigilia di Pentecoste. Nella notte, la stessa Signora gli avrebbe consegnato un cero che doveva essere acceso e fatto gocciolare nell’acqua. Quest’acqua avrebbe guarito i malati. La Signora aggiunse che Itier avrebbe dovuto fare ciò insieme a Norman de Saint-Pol, un altro cavaliere menestrello. Itier e Norman però, erano nemici mortali. Come se non bastasse, nel corso di un torneo Norman aveva ucciso il fratello di Itier. Da quel momento era solo questione di tempo e prima o poi tra i due si sarebbe arrivati alla resa dei conti. Ma la medesima notte la Signora era apparsa anche a Norman, proponendo pure a lui di recarsi dal padre Lambert. Fu così che i tre si ritrovarono insieme nella cattedrale di Arras, la notte della vigilia di Pentecoste. La Signora, come aveva detto, apparve venendo giù dalla volta e recando un cero. La riconciliazione tra i due avversari irriducibili era evidentemente la condizione per il miracolo.

Quel cero fu chiamato «Joyel» (gioiello, in francese antico) o «candela santa». Poche gocce di cera nell’acqua fermarono l’epidemia di «mal degli ardenti» (o ergotismo, sorta di intossicazione prodotta dal fungo parassita della segale «cornuta») che imperversava nella regione.

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