Il Novecento alla Scala Note di Schönberg & C.

Sui leggii anche pagine di Webern e di Berg L'Orchestra di «casa» sarà diretta da Chailly

Il Novecento alla Scala Note di Schönberg & C.
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Grande musica del Novecento al Piermarini tra oggi e giovedì. Sui leggii dell'Orchestra scaligera, per la stagione Sinfonica della «casa», pagine di compositori quali Schönberg, Webern e Berg - gli ultimi due già allievi del primo - gli autori della cosiddetta Seconda scuola di Vienna (la prima, rappresentata da Haydn, Mozart e Beethoven, ndr). I concerti, diretti da Riccardo Chailly con la partecipazione del soprano Marlis Petersen, giungono come apice di un maggio denso di musica, (tre le serate: oggi, mercoledì e giovedì alle ore 20; la terza sarà trasmetta in diretta su LaScalaTv). Vediamo.

Chailly propone alla testa della Filarmonica lavori di una «Scuola» che raccolse l'eredità di Wagner, Richard Strauss e del tardo romanticismo europeo, trasformandola in un nuovo linguaggio. Questa fase di passaggio è testimoniata da una delle prime opere di uno dei maggiori rivoluzionari musicali del Ventesimo secolo, Schönberg. Che venticinquenne scrisse «Verklärte Nacht» («Notte trasfigurata»), ispirata da una poesia di Richard Dehmel sulla confessione di una donna innamorata «Io porto un figlio non tuo», cui un uomo innamorato risponde «guarda come è chiaro e lucente l'universo. Esso trasfigurerà il bambino estraneo, ma tu lo partorirai a me». Composta per sestetto d'archi nel 1899 e trascritta per orchestra d'archi nel 1917 (e di nuovo rivista nel 1943) la pagina appartiene a una temperie tardoromantica simbolista, ma le sue arditezze armoniche non mancarono di creare scompiglio tra i primi ascoltatori. Ancora storia.

Venticinque anni aveva pure Anton Webern quando scrisse la «Passacaglia op.1», che segna la fine del suo apprendistato con Schönberg restando sulla soglia fra il tardo romanticismo e i nuovi linguaggi. Poi il caso Alban Berg, autore che lavorò alla partitura della sua prima opera «Wozzeck», tratta dall'omonimo dramma del 1836/7 di Georg Büchner, tra il 1917 e il 1921 ma non trovò nessun teatro disposto a metterla in cartellone. Gli venne suggerito di trarne una suite che potesse farla conoscere, e la diresse lui stesso nel 1924. Espediente di successo: dopo aver ascoltato la suite, il direttore d'orchestra Erich Kleiber propose l'opera a Berlino, che la mise in scena nel 1925 tra le contestazioni.

Proprio la celebre bacchetta diresse per la prima volta i «Tre frammenti» alla Scala nel 1948 col soprano Suzanne Danco; Mitropoulos condusse la prima scaligera dell'opera (in italiano, col baritono Tito Gobbi che aveva cantato nella prima italiana a Roma nel 1942 con il direttore Tullio Serafin) nel 1952. Serata memorabile: le contestazioni imposero di interrompere la rappresentazione e il direttore uscì al proscenio chiedendo al pubblico di attendere almeno la fine dell'atto...

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