La nuova promessa della teologia lascia per sposarsi

Quarantanove anni, una brillante carriera di teologo, uno dei pochi considerati fedelissimi di Roma ad aver raggiunto posti importanti nelle facoltà tedesche, docente di dogmatica a Bonn, titolare di insegnamenti a Madrid e a Lugano. Ieri è arrivato l’annuncio del cardinale Karl Lehmann, vescovo di Magonza, che lo sospende dal sacerdozio perché non è più in grado di rimanere celibe.
Farà scalpore nei sacri palazzi più che in Germania la notizia che Michael Schulz, teologo ratzingeriano emergente e membro della Commissione teologica internazionale - l’élite presieduta dal Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede che collabora con la Santa sede nell’esaminare delle questioni dottrinali di maggior importanza - ha deciso di abbandonare il sacerdozio per sposarsi.
Uno scarno comunicato della diocesi di Magonza rende noto che Schulz «ha informato il vescovo Karl Lehmann che non si vede più nella condizione di vivere il celibato sacerdotale». Il cardinale «ha sospeso Schulz come sacerdote e ha informato l’arcivescovo di Colonia, cardinale Joachim Meisner, ordinario della facoltà teologica di Bonn». La diocesi di Magonza informa che agirà secondo quanto previsto dal Concordato e questo dovrebbe significare che a Schulz sarà chiesto di lasciare la cattedra di dogmatica.
L’annuncio ha choccato non poco gli ambienti vaticani, perché Schulz era considerato una vera promessa della teologia, un emergente, fedele al Papa e allievo del vescovo di Ratisbona, Gerhard Ludwig Müller. Originario di Wiesbaden, Schulz ha studiato a Magonza e alla Gregoriana di Roma. Sacerdote dal 1984, ha ottenuto il dottorato a Monaco con una tesi su Hans Urs Von Balthasar. Nel 2001 è diventato professore alla facoltà di teologia di Lugano con una tesi sulla storicità del peccato originale. Dal 2002 al 2004 è stato membro della Commissione teologica della Conferenza episcopale svizzera ed è il curatore della collana intitolata «Grandi teologi. Precursori del Terzo millennio», per la quale ha pubblicato due saggi su Von Balthasar e su Karl Rahner.
È membro della Commissione teologica internazionale per il quinquennio 2009-2013, e la sua presenza fra i trenta membri scelti dal Vaticano per collaborare con l’ex Sant’Uffizio la dice lunga sua quale sia la stima di cui gode Oltretevere.
Sia in Germania sia in Austria e in Svizzera si sono riscontrati diversi casi di preti conviventi, alcuni dei quali presentano quella che in realtà è la loro compagna come segretaria o assistente. Nei mesi scorsi ha fatto discutere il caso del vescovo ausiliare di Linz, Gerhard Wagner, la cui nomina era stata firmata dal Papa e pubblicata, ma che è stato costretto ad abbandonare a causa di una forte campagna contraria perché considerato troppo conservatore: tra i preti suoi più accesi contestatori, uno dei quali siede nel capitolo della cattedrale, ce n’erano alcuni che convivevano con le rispettive compagne e questa era una delle situazioni che il Vaticano, designando Wagner, intendeva affrontare.


Il caso di Schulz, però, è diverso: il teologo ha infatti deciso di lasciare il sacerdozio per potersi sposare e non ha manifestato l’intenzione di contestare la secolare norma del celibato in vigore nella Chiesa latina. Una norma della quale Papa Ratzinger ha più volte ribadito il valore.

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