Nuova stagione con i depuratori che inquinano

Non è un paradosso, ma la pura e semplice realtà: a Genova, gli impianti di depurazione inquinano. Ad affermarlo, con tanto di verifiche effettuate usufruendo dei più moderni strumenti scientifici, è l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, secondo cui «il 78 per cento dei fanghi trattati dai depuratori genovesi risulta fuori legge, e su otto depuratori soltanto tre sono funzionanti, seppure con criticità». Tutto questo a dispetto delle assicurazioni fornite a suo tempo, con cadenza quotidiana, dall’allora sindaco Giuseppe Pericu e dall’assessore Valter Seggi, a proposito del (presunto) quasi perfetto funzionamento degli impianti: «Il 75-80 per cento degli scarichi fognari genovesi - era lo slogan di Seggi - risulta sottoposto a processo di depurazione. Quindi la questione degli scarichi è in via di definitiva soluzione».
«È una presa in giro dei cittadini» tuona Alberto Gagliardi, Forza Italia, già sottosegretario agli Affari regionali nel governo Berlusconi e attualmente consigliere comunale. E prosegue in tono: «Sono sconcertanti le dichiarazioni di Seggi che, ancora un anno fa, era pronto a giurare che fosse tutto risolto, e invece.... Le rosee previsioni dell’amministrazione Pericu risultano clamorosamente smentite: i depuratori esistenti presentano gravi disfunzioni, tale da pregiudicare la qualità della vita e, peggio, la salute dei cittadini».
Per questo, Gagliardi insiste, anche con un’interrogazione al sindaco Marta Vincenzi, per conoscere gli orientamenti dell’amministrazione comunale, e «sapere come questa intenda procedere per impedire che in estate (la «Nuova Stagione») si ripeta l’ennesimo scempio, con l’Arpal che denuncia le magagne dei depuratori, mentre la giunta comunale e Iride-Amga permettono soluzioni imminenti, in spregio ai cittadini genovesi e all’economia turistica della città.

«Mi chiedo ancora - conclude l’esponente di Forza Italia se il sindaco non ritenga di indurre il gestore dei depuratori, la società Iride (ex Amga), a impiegare parte delle sue brillanti performance finanziarie, dovute anche alle tariffe sull’acqua pagate dai genovesi, a interventi mirati per rendere più efficienti gli impianti di depurazione anche attraverso l’utilizzo di tecnici altamente specializzati, così come è avvenuto in tanti Paesi europei».

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