Le nuove case popolari dagli edifici dell’Expo

Expo 2015? Non solo grattacieli. Costruire case è ancora la sfida di Aler, assicura Loris Zaffra, da due mesi presidente dell’Azienda lombarda edilizia residenziale. Che spiega come la grande manifestazione potrebbe essere occasione per rilanciare la politica della casa, affrontando un’emergenza per troppo tempo sottovalutata

Le nuove case popolari dagli edifici dell’Expo

Expo 2015? Non solo grattacieli. Costruire case è ancora la sfida di Aler, assicura Loris Zaffra, da appena due mesi presidente dell’Azienda lombarda edilizia residenziale. Che spiega come anche la grande manifestazione potrebbe essere un’occasione per rilanciare a Milano la politica della casa, affrontando un’emergenza per troppo tempo sottovalutata. «Arriveranno milioni di visitatori - il suo ragionamento - Dobbiamo cogliere questa grande occasione e abbinare l’esigenza temporanea di fornire alloggio a chi arriverà a Milano con quella, più a lungo termine, di dare case ad affitto sostenibile a giovani coppie e precari». Palazzi, dunque, da costruire in tempi brevi, appartamenti di piccole dimensioni da riutilizzare al termine dell’evento. Ma non solo. L’Expo, infatti, potrebbe anche essere vista come «un’opportunità per avere strumenti e finanziamenti straordinari, un’occasione irripetibile anche per l’edilizia pubblica. Obiettivo da condividere senza speculazioni e con largo consenso creando prima le condizioni politiche e culturali».

Occasione per parlarne, ieri mattina, la presentazione nella sede di viale Romagna del nuovo cda, di progetti e linee guida per il futuro. Situazione economica e sociale del Paese difficile, dati allarmanti con l’inflazione al 4 per cento, stagnazione produttiva, proletarizzazione del ceto medio solo alcune delle criticità indicate da Zaffra come rischiose per l’edilizia economica e sociale. A meno che, la sua riflessione, non si riescano a «recuperare risorse anche con nuovi strumenti come le banche, il terzo settore, le fondazioni, i finanziamenti pubblici, i fondi specifici, la collaborazione con i privati, Assimpredil». La strategia, almeno sulla carta, è semplice. «Aler - spiega il presidente - vuol fare case nuove e trasformare quello che già c’è. Vogliamo diventare un’immobiliare sociale, nel senso che non dobbiamo guadagnarci, come i privati, ma dobbiamo solo far tornare i conti». Gli affitti triplicati? «Una polemica montata. C’erano famiglie che pagavano 6 euro e mezzo al mese e che oggi ne pagano 20. E non sono poche». Rilancio delle periferie e «sviluppo di una nuova politica per la casa sociale» la promessa. Con il recupero dei vecchi quartieri popolari e il tentativo di risolvere le piaghe ormai endemiche dell’abusivismo e del degrado. Già pronti, d’intesa con il Comune, due interventi che potrebbero diventare un modello per la riqualificazione di intere fette di territorio. Si partirà da Lorenteggio e Zama-Salomone (poi San Siro), convincendo gli inquilini a spostarsi provvisoriamente in altri appartamenti di nuova costruzione, per abbattere le case fatiscenti e dare finalmente il via alla costruzione di nuovi palazzi. Poi la scelta se tornare nella vecchia (ora nuova) casa o rimanere dove si è stati spostati. Una politica che prosegue, dato che Aler ha già realizzato molti alloggi destinati alle categorie meno forti economicamente, come studenti fuori sede, lavoratori precari, anziani, giovani coppie e nuclei familiari. Oltre alla riqualificazione di 13mila alloggi esistenti, con 106 cantieri negli ultimi cinque anni. Per quanto riguarda le dismissioni, Zaffra annuncia che «Aler sta predisponendo un programma di cessione nella misura massima del 20 per cento del patrimonio, secondo i criteri fissati dalla legge regionale della Lombardia, in favore degli assegnatari.

Vendita riguardante alloggi in condomini “misti” ovvero con proprietari privati, cessione di interi edifici dove gli inquilini hanno espresso, in prevalenza, interesse all’acquisto e, infine, alienazione di interi edifici per esigenze di razionalità e di economicità della gestione immobiliare». Con i proventi da reinvestire per manutenzione, sicurezza e la costruzione di case da dare in affitto con canoni diversificati a seconda delle possibilità.

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