La cosa triste è che la povertà dei padri separati ormai non è più una novità. Le famiglie continuano a infrangersi a ritmi molto sostenuti, in particolare in Lombardia. E la crisi economica non è certo di aiuto. «Le persone che si separano nella nostra Regione sono più di ventimila ogni anno, un problema grave sia dal punto di vista sociale che economico, che abbiamo ben presente» spiega lassessore regionale alla famiglia, Giulio Boscagli. Questione particolarmente sentita a Milano, dove i numeri sono allarmanti: secondo dati dellAssociazione matrimonialisti italiani, tra capoluogo e provincia i padri in difficoltà economica sarebbero oltre cinquantamila.
Il Pd ha presentato una proposta di legge ad hoc, in cui si chiede di stanziare nel bilancio due milioni e cinquecentomila euro per far fronte alle difficoltà delle famiglie separate, acuite dalla crisi. La proposta dei consiglieri del centrosinistra è che la Regione «promuova e sostenga economicamente, anche in collaborazione con enti locali, soluzioni abitative temporanee per i separati e divorziati». Il Comune di Milano ha messo a disposizione sei appartamenti allinterno di un complesso di edilizia popolare in via degli Appennini, nel quartiere Gallaratese, che possono ospitare fino a dieci persone. I primi separati entreranno a settembre.
I dati presentati nella proposta di legge rivelano che tra il 2000 e il 2007, in Italia il numero di divorzi è cresciuto del 35 per cento. In Lombardia, la percentuale di aumento sale addirittura al 42,5 per cento. Si tratta di 211 divorzi ogni centomila coniugati, rispetto a un valore di 152 registrato nel 2000. «Le ripercussioni rispetto alla qualità della condizioni di vita, a causa dellimpoverimento di queste famiglie, sono gravi» osserva il consigliere pd Fabio Pizzul.
Boscagli concorda con la diagnosi, meno sulla soluzione, ovvero sulle modalità dello stanziamento: «Fanno bene a mettere il dito sul problema, è una sensibilità interessante, ma non scopriamo adesso la questione. Il Pd tende a presentare singoli progetti su singole questioni, noi preferiamo affrontare i temi con politiche complessive. Troveremo i fondi allinterno dei 70 milioni di euro di stanziamenti complessivi che abbiamo previsto per le famiglie. Il problema dei padri separati è grave, lo abbiamo ben chiaro».
La Regione sottolinea però come le competenze principali sui temi sociali tocchino ai Comuni. Boscagli suggerisce una soluzione: «Non è necessario fare una legge ad hoc. Abbiamo già gli strumenti. Un esempio per tutti: bastano graduatorie speciali nelle case popolari».
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