Nuovi volontari in missione al San Raffaele

Paola Bulbarelli

«In questo contesto di autentica attenzione al malato, la figura del volontario è importantissima, perché con la sua peculiare presenza, il malato non solo è curato, ma anche accolto, ascoltato, accompagnato». A parlare è don Luigi Verzè, presidente e fondatore dell’Ospedale San Raffaele, nell’ambito della presentazione del corso di formazione e qualificazione per nuovi volontari del «Progetto di assistenza globale per il paziente oncologico». L’Avo, l’ Associazione Volontari Ospedalieri, e l’Ospedale San Raffaele, daranno infatti vita a un percorso diverso per i nuovi volontari da inserire nel dipartimento di oncologia. Un percorso formativo che rientra nel progetto di assistenza globale al paziente oncologico elaborato dall’Ospedale San Raffaele che, come sempre all’avanguardia, si fa carico delle varie e molteplici problematiche che un paziente di questo genere presenta, valutando non solo gli aspetti relativi al processo clinico di diagnosi e cura, ma anche quelli riguardanti il disagio psicologico, le difficoltà di relazione e comunicazione, i bisogni informativi inerenti questioni pratiche e logistiche. E c’è davvero bisogno di volontari se si pensa che al San Raffaele, una realtà in continua espansione, se ne contano 150. Il corso è aperto a chiunque abbia un’età compresa tra i 18 e 68 anni e si terrà dal 13 al 29 novembre. Sarà strutturato in 6 lezioni di circa 2 ore ognuna, e vedrà come relatori numerosi e qualificati esponenti (medici, psicologi, operatori sanitari) del San Raffaele oltre ai responsabili dell’Avo. «Tendiamo sempre più a umanizzare il percorso oncologico ospedaliero – spiega Ferruccio Fazio, direttore di medicina nucleare e radioterapia - che vuol dire presa in carico del paziente, dall’accoglienza logistica all’informazione sulle strutture, agli enti o alle associazioni che si occupano della patologia oncologica, all’assistenza e all’affiancamento durante tutto il percorso ospedaliero. Quindi il paziente al centro di tutto. Perché la scienza e la tecnica non bastano a “guarire” l’uomo che deve essere considerato nel suo complesso, corpo mente e cuore».

Non un caso quindi che alla presentazione del corso partecipino un attore del calibro di Giancarlo Giannini che leggerà poesie sulla vita e sull’amore, ed Elisa Zoppei che parlerà della sua ultima opera, «Lettura amore mio-navigando nel mare dei libri».

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