Cultura e Spettacoli

Il nuovo film di Moretti fa infuriare l'Avvenire: "Offende, boicottiamolo"

Habemus Papam scatena l'ira del giornale dei vescovi. Il vaticanista Izzo invita al boicottaggio e critica il regista: "Offende il Papa e la nostra religione"

Il nuovo film di Moretti  fa infuriare l'Avvenire: "Offende, boicottiamolo"

"Il Papa non si tocca: è il Vicario di Cristo, la Roccia su cui Gesù ha fondato la sua Chiesa. Per questo bocciamo al botteghino Habemus Papam di Nanni Moretti". Ci va giù duro il vaticanista Salvatore Izzo sulle colonne dell'Avvenire. "Perché dobbiamo finanziare chi offende la nostra religione?", chiede Izzo, che indica tra i "motivi per non vedere il film" almeno quello "fortissimo, che ci hanno insegnato le nostre mamme: "Gioca con i fanti e lascia stare i santi'".
Insomma per il giornale dei vescovi il nuovo film di Nanni Moretti "Habemus Papam" non passa l'esame: bocciato e boicottato in pieno.

Il titolo della lettera di Izzo dice già tutto: "Habemus Papa? L’abbiamo già". e poi continua: "non fidiamoci dei critici cattolici, anche se preti, che lo assolvono (con una ben curiosa giustificazione: Moretti poteva essere molto più cattivo). Bocciamolo al botteghino. Saremo noi a decretare il successo di questo triste film, se ci lasceremo convincere ad andare a vederlo, perché il pubblico laico si annoierebbe a morte e infatti diserterà le sale. È su di noi che si fa conto per recuperare l’investimento cospicuo che è stato fatto per ricostruire la Sistina in uno studio. Se vogliamo respirare l’atmosfera del Conclave andiamoci direttamente alla Sistina: per i giorni della beatificazione i Musei Vaticani hanno prolungato l’orario di apertura e dimezzato il costo del biglietto".

"Perché - si chiede il vaticanista - dobbiamo finanziare chi offende la nostra religione? Non mi sembra che regga l’argomento che dobbiamo conoscere per giudicare: non è che debbo saltare giù dal sesto piano per capire che potrei farmi male.

Non è un bello spettacolo vedere scimmiottare la figura del capo della Chiesa cattolica con la farsa (per quanto garbata essa sia) dell’elezione impossibile di un candidato fragile e bisognoso di aiuto".

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