da Milano
Luca Laurenti si rimette nei panni del prete ma stavolta non è il braccio destro del parroco don Lorenzo (che era interpretato da Paolo Ferrari) ed è invece lui stesso il «titolare» di una parrocchia. Per le dieci puntate della nuova sit-com Don Luca cè che a partire da stasera andranno in onda su Italia 1 ogni giovedì alle 22.10, lattore romano sarà il parroco di San Precotto, periferia di una città del Nord, e cercherà di conquistare i ragazzi del quartiere alla Chiesa contrastato da Angelo, un «Peppone» palestrato che gestisce il bar della piazza interpretato da Stefano Chiodaroli.
Da spalla a protagonista è un bel salto. Come si è trovato?
«Benissimo, mi sono divertito. Anche grazie al regista Duccio Forzano ci siamo fatti un mazzo così... però ne è valsa la pena. E poi ho lavorato con persone che avevano fatto Zelig, Colorado e altri programmi ma che io non conoscevo perché non guardo mai la tv. Dopo due mesi eravamo come una famiglia».
Le novità più divertenti del nuovo don Luca?
«È tutto diverso rispetto alla prima serie, su Canale 5 e in unaltra fascia oraria. Il nuovo target è più giovane, ci sono situazioni e temi che prima non avremmo potuto trattare. Ma è anche vero che la comicità è come il ping pong, cè la vittima e cè il carnefice. E oggi il personaggio di Crocefisso (il sacrestano pasticcione interpretato da Gianluca Fubelli, ndr) combina a don Luca quello che nella prima serie combinavo io a Paolo Ferrari».
A proposito, che cosa ha imparato da un grandissimo attore come lui?
«E da Marisa Merlini! Che i veri mostri sacri non se la tirano. Eppure unespressione di Paolo Ferrari è come la Divina commedia».
Lei fa tv da oltre 20 anni. Si è pentito di qualcosa?
«No. Ho sempre avuto la fortuna di lavorare divertendomi».
E per continuare così, che progetti ha?
«Io non ho futuro, vivo alla giornata. Anzi, manco alla giornata, vivo al minuto. Io devo creare, devo essere felice per aver concepito qualcosa, che sia una nuova vita, una canzone, una battuta. Di Auditel e strategie non ne voglio sapere».
Nel 2000 in unintervista disse: «Don Luca rischia di andare lontano televisivamente parlando». Aveva visto giusto...
«Strano, io non faccio previsioni. Lavrà fatta il giornalista. Voi dovreste intervistare le persone col registratore. E invece volete fare gli artisti...».
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