Roma

Nuovo Policlinico Umberto I: il progetto preparato da un pool internazionale

Gli esperti sono italiani, inglesi e francesi. Hanno puntato su un'apertura dei cantieri che penalizzi al minimo l'attività ospedaliera, permettendo il contemporaneo proseguimento di tutte le normali attività all'interno del nosocomio

Dare il via ai cantieri per la ristrutturazione del Policlinico senza penalizzare le normali attività ospedaliere. Demolire e ricostruire, garantendo ai pazienti gli stessi standard qualitativi di oggi. A questo mirano le linee guida del piano per la realizzazione del nuovo Umberto I.
Il tanto atteso progetto, che dovrebbe migliorare un ospedale che lo stesso direttore generale Ubaldo Montaguti considera fuorilegge, è stato selezionato tra dieci presentati ed è stato elaborato da una squadra di esperti italiani, francesi e britannici, in forza a uno studio di progettazione con sede a Londra. Si attende solo il via libera dalla Sovrintendenza ai Beni architettonici, dato che ha già ottenuto l'approvazione da parte della Regione Lazio e del ministero della Salute.
Si punta sulle energie rinnovabili, sui materiali migliori scelti soprattutto in base alla funzione di locali interamente dedicati all'assistenza dei malati, e non ultimo sul valore archeologico su cui sorge il Policlinico. I Padiglioni IV, V e VI, in base al masterplan dell'opera, dovrebbero essere interamente sostituiti con un edificio che dovrebbe sorgere nell'area attualmente occupata dai dipartimenti di area medica. Nell'edificio di 6 livelli, troveranno spazio 350 letti di degenza ordinaria, day division per attività a ciclo diurno di carattere medico, aree ambulatoriali e servizi di supporto sanitario. Questo dovrebbe essere anche il nucleo di tutti gli altri interventi successivi e sarà costruito per primo, per il minor impatto dei lavori sull'economia complessiva dell'organizzazione ospedaliera.
Al posto degli attuali edifici economali e delle cucine dovrebbe nascere invece una nuova struttura, in grado di accogliere 24 sale operatorie, la radiologia generale, un reparto di terapia intensiva con una ventina di posti letto e 20 di sub intensiva.
Le funzioni di emergenza, invece, ovvero il Dea Pediatrico, il Pronto Soccorso Ostetrico, il Blocco Operatorio con sei sale, il Blocco Parto e alcune aree di degenza, dovrebbero essere raggruppate in un'unica struttura, di circa diecimila metri quadrati.

Infine il masterplan prevede la costruzione di un edificio interamente dedicato alle attività assistenziali dell'area Materno-Infantile, da realizzarsi alle spalle delle due Cliniche oggi esistenti.

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