da Milano
Lamberto Sposini non mette mai la prima: lui parte in quarta. Se ne accorsero subito a Paese Sera nel 73, dove lui, nato a Foligno nel 52, arrivò già con le idee chiare. Nel 78 fu assunto in Rai, dove condusse per un po il telegiornale regionale dellUmbria e poi traghettò armi e bagagli alla rubrica Tam Tam del Tg1. Da allora tredici anni da protagonista in viale Mazzini, prima a 90º Minuto di Paolo Valenti, poi con Enzo Biagi a Il caso e infine come conduttore del Tg1. Ma è al Tg5, di cui fu uno dei fondatori con Mentana e Mimun, che la popolarità lo tocca davvero anche grazie alla severità e al piglio che mostrava nel condurre ledizione serale. Però, avendo sempre la quarta inserita, Lamberto Sposini non si accontenta: dal 98 al 2000 ritorna al Tg1, per poi lamentarsi della macchina Rai e rientrare al Tg5 come vicedirettore vicario. Qui, nel 2006, scoppia il bubbone. Litiga con il direttore Carlo Rossella per un servizio sullaccusa lanciata da Romano Prodi a Giulio Tremonti («delinquente politico»). Lui pretendeva che il conduttore riferisse in diretta anche la controreplica del portavoce di Piero Fassino ma Rossella lo bloccò. Secondo la Stampa, smentita, lui se ne andò dicendo che non voleva lavorare con «lo scribacchino di Bonaiuti». Un peperino.
Poi, non bastasse, fu coinvolto in Calciopoli.
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