«Obama mente, non è nato in America»

DUBBI Negli Usa crescono gli scettici: «Non ha mai esibito un certificato. Non poteva candidarsi»

«Obama mente, non è nato in America»

Ma dov’è nato Obama? Domanda superflua, in apparenza. La risposta è: a Honolulu il 4 agosto del 1961, da padre kenyota, ma da madre americana. Dunque, cittadino statunitense con pieni diritti. Fine della discussione. Anzi, no; perché c’è una parte del Paese che non ha ancora accettato la sua vittoria. È piccola, ma vociante e molto agguerrita. Sollevò la questione in campagna elettorale, facendo circolare la voce che Obama in realtà fosse nato in Africa, come cittadino kenyota e che la madre lo avesse naturalizzato solo in seguito. Un sospetto esplosivo: la Costituzione prevede che solo chi nasce americano possa diventare presidente. La sua elezione sarebbe pertanto illegittima.
L’anno scorso il candidato repubblicano John McCain esaminò la questione e decise di ignorarla. Obama smentì esibendo un certificato dell’anagrafe di Honolulu. Le autorità delle Hawaii dichiararono che era tutto conforme alla legge. E la polemica si spense. Ma negli ultimi giorni è riemersa, prepotentemente. Dapprima sui blog dell’ala ultrapatriottica del Partito repubblicano; poi sulla Cnn, per iniziativa di uno dei conduttori più noti, Lou Dobbs, che l’ha rilanciata pubblicamente. Obama, ancora una volta, ha incaricato il suo portavoce di stroncare le insinuazioni: «Spazzatura, solo spazzatura», ha dichiarato Gibbs. Invano.
L’onda cresce, alimentata dai risultati di un’indagine commissionata da un funzionario della Cia in pensione a un investigatore privato, che ha trovato alcune incongruenze. La prima: Obama ha esibito la copia di un certificato di nascita, che però non è originale. È un semplice attestato tratto dal database dell’Ufficio anagrafe e stampato in tempi recenti. Il giornalista della Cnn e il popolo dei blog di destra chiedono invece che venga mostrato l’atto originale, che però può essere diffuso solo su autorizzazione del diretto interessato. E Obama fino ad oggi ha negato il permesso.
L’investigatore pensa di sapere perché. Ha scoperto che nel 1961 lo Stato delle Hawaii prevedeva ben quattro procedure diverse per la registrazione dei nuovi nati. La prima tradizionale, allegando l’attestato di un ospedale o di un pediatra o di un’ostetrica. La seconda con una semplice dichiarazione di uno o di entrambi i genitori. La terza prevedeva la compilazione di un «attestato ritardato» da parte del genitore entro il compimento del primo anno di età dell’infante. La quarta anche dopo i dodici mesi di età, esibendo un testimone. E se risultasse che la madre di Obama si avvalse di una delle ultime tre opzioni, i dubbi verrebbero rafforzati.
Secondo uno degli scenari che circolano su internet, Ann Dunham avrebbe partorito in Kenya e sarebbe rientrata a Honolulu solo quando il matrimonio con Barack senior andò a rotoli, dunque dopo qualche mese. E viene citata la nonna africana del presidente, che avrebbe assistito alla sua nascita, in Kenya.
Misteri o, più verosimilmente, veleni. La stragrande maggioranza dell’America crede a Obama.

Ma ben due soldati si sono rifiutati di partire per l’Afghanistan, sostenendo di non poter rispettare il giuramento di fedeltà a presidente fuori legge. E a una riunione del Partito repubblicano una donna ha urlato: «Obama è un usurpatore, ridatemi il mio Paese». Su YouTube ha fatto furore.
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