Con la Chiesa mai, col Pd nemmeno, però Berlusconi e Fini... Quando si parla di politica, sembra quasi che il matematico laico e anticlericale Pierluigi Odifreddi sia più a suo agio con le parole che coi numeri. Nel libro intervista con Claudio Sabelli Fioretti (Perché Dio non esiste, Aliberti editore) Odifreddi concede qualche merito al presidente del Consiglio («Ha portato lidea che la politica aveva bisogno di facce nuove, poi che la Carfagna o la Brambilla o la Gelmini non piacciano è un altro discorso...), dando ragione al premier su Ponte di Messina e Tav («Se vogliamo essere un Paese moderno»). Fini invece «sembra un gigante perché dice cose abbastanza banali che in questo Parlamento sembrano espressioni di chissà quale modernità. Anche perché le cose che dice lui a volte la sinistra non ha il coraggio di dirle». E il Pd? «Partito impresentabile. Io non lho votato». A considerazione siamo nei dintorni dello zero, insomma. Senza concessioni: «DAlema è il figlio di un deputato, non rappresenta nessuno. Non ha mai finito gli studi e mai lavorato». E ancora: «Prima che arrivasse Veltroni, era quello che aveva fatto più male alla sinistra in assoluto. Si crede molto intelligente, e questo è un errore gravissimo, quando non lo si è. Ha più alterigia che intelligenza». E Veltroni? «Aveva uninvestitura di tre milioni e mezzo di votanti, doveva farli fuori tutti: Rutelli, Fioroni, Fassino, DAlema. Cariatidi che tirano a fare i loro giochetti. È lantitesi di Zapatero, un vecchio socialdemocratico di destra. Bersani e Franceschini? Persone degne, ma senza carisma e succubi dellapparato».
Odifreddi, invece, si schiera nella sinistra estrema, tanto da ammettere che Diliberto e Vendola gli avevano fatto la corte per candidarlo. «Ci sono due sinistre: una è scomparsa e una ha perso. Quella che è scomparsa ha dimostrato scarsa intelligenza. Si è divisa fino agli atomi. One man, one party».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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