Roma

«Okkupazione» di lusso: Action in casa Ricucci

Il blitz simbolico ieri mattina mentre 117 famiglie si impadronivano di uno stabile Inpdap

Alessia Marani

E ora Action può permettersi pure il «lusso» di okkupare uno stabile di proprietà Ricucci. D’Erme & Co. l’hanno fatto ieri mattina («temporaneamente e simbolicamente») puntuali alle 11,15 per poi smobilitare un paio d’ore più tardi dopo che la loro richiesta di un incontro sulla questione abitativa con l’assessore Caludio Minelli e il capo di gabinetto del sindaco Luca Odevaine, in Comune era stata accettata. Il raid è avvenuto approfittando della fase attuale di restauro del palazzo al civico 1 di via Ferdinando di Savoia, a due passi da piazza del Popolo. Gli attivisti dell’emergenza casa hanno fatto irruzione sotto gli occhi increduli di operai e capocantiere. Sono corsi ai piani superiori per appendere alcuni striscioni sui balconi. «Occupare non è un reato, tenere la case vuote sì», era scritto su uno. Poi sono scesi di nuovo in strada a distribuire volantini sulla manifestazione «per una nuova politica abitativa» che mobiliterà domani il centro a partire dalle 14. Ma il blitz più grave, in realtà, avveniva contemporaneamente dall’altra parte della città, a Colli Aniene. Qui, quelli di Action, si sono letteralmente impossessati di un palazzo di 12 piani all’angolo tra viale Palmiro Togliatti e via D’Onofrio, di proprietà dell’Inpdap. «Siamo 117 nuclei familiari - dicono senza mezzi termini - e non abbiamo alcuna intenzione di andarcene». Il segnale forte d’attacco «al cuore delle speculazioni immobiliari» e alla politica delle cartolarizzazioni, è dato. Il «salto» dalla piazza romana alla scena nazionale è vicino. E Veltroni tace. Chi tace acconsente. «Il sindaco - tuona Beatrice Lorenzin, consigliere in Campidoglio e coordinatore regionale di Forza Italia - venga allo scoperto. Roma non può essere più ostaggio di frange estremiste a cui tutto è concesso e tutto è permesso. Veltroni deve prendere posizione e scegliere se seguire l’esempio di Cofferati a Bologna oppure continuare a nascondersi. Chiediamo con urgenza un consiglio straordinario al quale il primo cittadino dovrà essere presente insieme con l’assessore al Patrimonio Claudio Minelli per rispondere a quella che è diventata una priorità assoluta nell’agenda politica della Capitale».
«Dopo le due occupazioni di ieri - aggiunge Sergio Marchi, capogruppo di Alleanza Nazionale in Comune - la situazione a Roma è fuori controllo. Chiediamo al Prefetto l’immediata convocazione di un tavolo istituzionale sull’ordine pubblico e la sicurezza, e al sindaco Veltroni un intervento pubblico in aula Giulio Cesare dove, al di là di ogni valutazione politica sul tema dell’emergenza casa, rivolga un appello ad Action e ai suoi militanti perché sospendano la pratica delle occupazioni illegali». Marco Marsilio, consigliere di An, guarda ai fatti di Bolgona: «Sulla cultura della legalità la sinistra è ancora all’anno zero, non basta un Cofferati a fare primavera. Ancora una volta - continua - nei palazzi si aprono le porte a un’organizzazione sotto inchiesta che fa della pratica dell’illegalità il suo metodo operativo. Così facendo non si fa altro che giustificare le loro azioni, la sinistra prova persino con Cofferati a Bologna a darsi una veste presentabile su questo argomento, ma il loro vero volto è questo, gruppi di estremisti che occupano edifici in tutta Roma. Invece di chiamare la polizia per eseguire gli sgomberi - conclude l’esponente dell’opposizione - Veltroni e compagni gli offrono uffici per sportelli che ingannano i cittadini».

Concetti incalzati anche da Vincenzo Piso, segretario romano del partito: «Stanno esplodendo le contraddizioni di una sinistra un po’ cialtrona che vuole presentarsi come capace di governare ma che allo stesso tempo non vuole rompere il legame con la sua ala massimalista».

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